Opera, i comitati pronti a sfilare con cartelli contro i campi nomadi

Raccolte mille firme di solidarietà agli indagati del rogo alla tendopoli

A Opera, alcuni volontari avevano raccolto firme di solidarietà nei confronti dei cittadini indagati per la vicenda dell’incendio al campo nomadi. Per tutta la mattinata di ieri, ai gazebo, hanno partecipato anche i tre consiglieri indagati Calvi (Fi), Fusco (Lega) e Pozzoli (An). Al banchetto è stato diffuso un volantino al vetriolo su Ramazzotti: «Colpevole - recita il volantino - nel luglio del 1999, di aver preso parte con altri sindaci, a un corteo contro un campo nomadi che si sarebbe dovuto fare ai confini di Rozzano, voluto dall’allora sindaco meneghino Albertini». «Il sindaco Ramazzotti - spiega Pozzoli - ha criticato la nostra protesta, dimenticando che qualche anno fa partecipò a un corteo contro il campo nomadi. Il sindaco ha peccato di incoerenza, anzi ciò aumenta il sospetto che quella che lui ha sempre chiamato emergenza umanitaria, nasconda un favore politico». La gente sembra tutta dalla parte degli indagati che annunciano: «Dopo la manifestazione, a cui abbiamo partecipato lunedì scorso nel Vigentino, il 26 saremo tutti a fianco della Moratti, dietro allo striscione “No campi nomadi”».
Ieri a portare la propria solidarietà era presente anche il capogruppo padano di Palazzo Marino Matteo Salvini che a spronato gli operesi a non mollare. «Noi non molliamo - a replicato Fusco -, trovo però strano che il sindaco abbia smentito di aver partecipato a cortei contro i campi nomadi, l’articolo del Corriere della Sera datato 13 luglio 1999 dimostra il contrario».
Per Calvi si tratta di un successo inaspettato e di una grande stima da parte degli operesi: «Siamo arrivati a mille firme, se consideriamo che molti hanno versato un contributo volontario per contribuire a pagare le spese processuali, dobbiamo ritenerci soddisfatti.

Se si pensa poi che l’iniziativa non è partita dai politici ma dalla gente, capiamo che si tratta della risposta di persone che di fronte a una presa di posizione esagerata da parte della magistratura, si ribellano. È giusto che indaghino, non voglio minimizzare i reati, però ci si deve limitare a indagare sul fatto stesso senza fare il processo alle intenzioni».

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