Era entrato in sala operatoria per farsi togliere un testicolo malato, con la prospettiva di poter continuare dopo l’intervento una normale vita sessuale e di poter fare figli. Ma in sala operatoria per una incredibile sciatteria del chirurgo gli è stato amputato il testicolo sano, che è stato sostituito con una protesi. E l’uomo si è ritrovato sterile senza rimedio, con il desiderio sessuale quasi azzerato, e costretto oltretutto a continuare le cure per impedire al tumore, annidato nel testicolo rimasto malato al suo posto, di aggravarsi e diffondersi. Oggi l’uomo sta, relativamente parlando, bene. Ma il danno che ha subito è di una gravità, come si può intuire, fisicamente e psicologicamente devastante. Per questo ha ottenuto dal tribunale di Milano un risarcimento di 350mila euro, a carico del chirurgo che ha eseguito l’operazione e dell’ospedale dove l’intervento è stato effettuato. E insieme a lui ottiene un risarcimento di centomila euro anche la moglie, che si è ritrovata anche lei a dover rinunciare alla vita sessuale e alla possibilità di riprodursi.
Il protagonista della drammatica vicenda è un supertecnico informatico di 35 anni, un professionista di successo che vive fuori Milano. Ma quando gli viene diagnosticato il tumore al testicolo si rivolge a uno dei poli clinici più avanzati d’Italia, l’Istituto dei tumori del capoluogo lombardo. Viene messo in lista d’attesa, convocato per l’operazione. Il 12 maggio 2004 l’uomo viene ricoverato, cinque giorni dopo viene sottoposto all’intervento. Ma qualcosa va storto. Invece del testicolo sinistro, quello malato, a venire rimosso e sostituito con una protesi è il testicolo destro, perfettamente sano. Quando, al termine dell’intervento, gli oncologi si rendono conto dell’errore commesso dal chirurgo non c’è più assolutamente nulla da fare, se non riprendere a bombardare di raggi il testicolo malato. L’uomo, appena tornato a casa, si consulta con un legale, il civilista Pierpaolo Andreoni, di Vasto, e fa causa sia al chirurgo che all’Istituto dei tumori. Qualche tempo dopo, anche la moglie decise di unirsi alla vertenza.
Nei giorni scorsi, dopo un lungo processo e numerose perizie, il giudice Damiano Spera, del tribunale di Milano, pronuncia la sentenza che condanna sia il medico che l’ospedale.
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