Operazione Infektion la prima "fake news"

Dai tempi dei "Protocolli dei saggi di Sion", la disinformazione è una delle specialità dei servizi segreti russi

Operazione Infektion la prima "fake news"

Dai tempi dei «Protocolli dei saggi di Sion», la disinformazione è una delle specialità dei servizi segreti russi. Il libello antisemita venne fabbricato a tavolino ai primi del Novecento dagli agenti zaristi per diffondere l'odio contro gli ebrei. In epoca sovietica uno dei casi più interessanti, anche per le caratteristiche sotto certi aspetti anticipatorie, è la cosiddetta Operazione «Infektion», che venne ammessa dal numero uno del Kgb Eugeny Primakov nel 1992, durante l'effimero periodo della trasparenza eltsiniana.

L'operazione aveva come obiettivo quello di attribuire al governo americano la nascita e la diffusione del virus dell'Aids. Uno degli strumenti principali utilizzati fu un giornale indiano, Patriot, fondato e finanziato dai russi fin dagli anni Sessanta. Nel 1983 il giornale pubblicò l'indiscrezione, attribuita a uno scienziato americano, che parlava di una serie di esperimenti sfuggiti di mano nel centro di ricerca di Fort Detrick, nel Maryland.

Qualche tempo dopo il Kgb chiese la collaborazione della Stasi tedesca e dei servizi segreti bulgari per diffondere la falsa notizia, secondo la tecnica della disseminazione: decine di testate sovietiche ripresero l'indiscrezione che poi trovò un po' alla volta la sua strada su giornali e riviste quasi tutte di simpatie comuniste, soprattutto del Terzo mondo. «Stiamo portando avanti una serie di misure attive legate alla comparsa dell'Aids», scrivevano le spie sovietiche ai loro colleghi bulgari , citando le notizie di stampa apparse. «L'obiettivo è creare una opinione favorevole verso di noi dimostrando che la malattia è il risultato di esperimenti segreti condotti dai servizi di sicurezza americani e dal Pentagono».

Per rendere più credibile la bugia la Stasi utilizzò un report scritto da un biologo tedesco, Jacob Segal, che venne distribuito nel corso di un vertice dei Paesi non allineati e

in altre circostanze ufficiali e che contribuì a dare una patina di scientificità alla campagna. Né Internet né il termine «fake news» esistevano ancora, ma metodi e dinamiche non erano poi così diverse da quelle di oggi.

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