«Opere necessarie, Penati lo spieghi ai suoi»

Gianandrea Zagato

«Non c’è alternativa, le infrastrutture sono una priorità assoluta. Sì, o si fanno o si fanno: Filippo Penati lo sa. La sua maggioranza? Be’, è un po’ meno pragmatica». Roberto Caputo della Margherita «rilegge» gli atti che Palazzo Isimbardi offre ai milanesi, quell’ordine del giorno del centrosinistra che boccia BreBeMi, dice «sì» a Pedemontana e risponde «nì» alla Tem mentre il presidente della Provincia promuove quest’ultima opera fondamentale per i milanesi.
Condivide la valutazione del centrodestra che vede Penati «prigioniero» della sua stessa maggioranza?
«Credo che la maggioranza al governo della Provincia abbia posizioni più flebili rispetto a quelle del presidente, del capo dell’Esecutivo che è decisionista. È una coalizione che sulle scelte importanti vuole capire di più, approfondire e, quindi, prende tempo».
Traduzione: discussioni, convegni e le grandi opere sempre in ritardo.
«Pedemontana e Tem si fanno. Penati l’ha detto chiaramente in aula, mentre per BreBeMi non solo mancano i soldi ma pure le condizioni perché il tracciato collimi con i desiderata dei sindaci. Ma, attenzione, quello che occorre al di là di una maggioranza più decisa è una giunta capace di dimostrare più affetto al presidente».
Affetto?
«Sì, una giunta provinciale - dove l’assessore alla Mobilità Paolo Matteucci gode la mia stima - che accompagni Penati con maggior piglio e volontà insieme a un consiglio provinciale che sia altrettanto capace di esprimersi su posizioni politiche efficaci.».
Lettura che riguarda pure l’opposizione?
«Dovrebbe evitare l’ostruzionismo fine a se stesso...».
Scusi, Caputo, ma la Casa delle libertà ha presentato emendamenti su emendamenti per “fare” e non per “non fare” e questo è un passo in avanti.
«C’è ancora tanta strada da fare per non restare ancorati a Peppone e don Camillo».
Battute a parte, non le sembra che la Margherita non abbia saputo sin qui sfruttare le occasioni per inserirsi nel dibattito sulle infrastrutture.
«Condivido ma con una distinzione: la Margherita è assente a Milano, non c’è e non sa esserci pure su altri temi. Ma il soggetto politico scomparso a Milano riappare in Provincia e segue Penati».
Che a sua volta segue il sindaco Letizia Moratti.


«Un sindaco non omologabile, che apre nuovi scenari politici e che non vuole rompere con le altre Istituzioni. Quadro del dopo Albertini che consente al sindaco Moratti di rientrare nel gioco sulla Serravalle, con quel 18,6 per cento di azioni detenute da Palazzo Marino».

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