Un’«Operetta in nero» per Sanguineti

È dedicata ad Edoardo Sanguineti l'ultima fatica di Andrea Liberovici, prodotta dal Teatro Stabile di Genova che andrà in scena al Duse dal 15 marzo al 3 aprile.
Un tributo che il compositore-regista genovese tiene a fare dopo ben 15 anni di collaborazione artistica e che certo non è a caso in quanto questo lavoro complesso, che prevede, come tutti i precedenti di Liberovici, l'intrecciarsi di musica, canto e prosa, non è distante dall'idea di teatro avveniristica che ha sempre avuto il professore - poeta- drammaturgo. «Operetta in nero» nasce da una lunga genesi, che vede i suoi albori già dai tempi della messa in scena dell'Urfaust nel novembre del 2005, in cui il regista aveva dimostrato la sua attrazione ed interesse verso la relazione con l'oscurità. Operetta in nero, spettacolo strutturato su otto scene dal dichiarato andamento musicale, affida il ruolo di protagonista al teatro che con la sua capacità di parlare del presente al presente e di creare quel dialogo che provoca riflessioni, tira fuori e salvaguarda quell'umanità che spesso resta nascosta dentro all'uomo.
Ed ecco che i due personaggi, usciti dalla penna dello stesso Liberovici, così diversi tra loro per età e percorsi di vita si incontrano in un mondo apocalittico e post atomico per ricominciare ad investire su sé stessi. Palcoscenico della vicenda è un vero e proprio palcoscenico di un vecchio teatro su cui era cominciato un abuso edilizio che ne prevedeva la conversione in supermercato o centro commerciale.
Il potere del teatro non ha limiti, si sa, e questo luogo sacro fa bene ai due che lentamente cominciano a conoscersi e confrontarsi, in un percorso fatto di memorie personali e memorie di quel mondo esploso dal presente stremo che sembra non riservare più alcun futuro. Sospesa vicino a loro Shadow/Mephisto, l'ombra delle loro angosce, ansie e paure che si prende gioco dei due fino a quando non li trova liberi e veri.
A supportare Liberovici nella stesura del testo è Luca Ragagnin, qui in veste di editor.

Gli attori in scena sono due veterani dello Stabile, Federico Vanni e Vito Saccinto accanto alla straordinaria cantante americana Helga Davis, che entusiasta della parte affidatale dal regista ne parla come di un ruolo pieno di sfumature che le consente di esprimere a pieno le sue capacità canore. Voce narrante quella di Bob Wilson.

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