«Abbiamo seguito una prassi che a Palazzo Isimbardi si segue da dieci anni, prima con la giunta Tamberi e poi con la giunta Colli. Se cè però da migliorare le rappresentanze in una posizione così delicata, quali sono le commissioni elettorali, siamo apertissimi a farlo». Filippo Penati non ammette dunque alcun errore compiuto dalla sua amministrazione nellesclusione della Casa delle Libertà dalle commissione elettorali circondariali di Milano e Provincia.
Anzi, secondo il presidente della Provincia, si è garantita la legalità e, quindi, «a non funzionare è stata la prassi politica» poiché «la legge non indica espressamente la necessità della presenza di esponenti della minoranza». Lettura sulla base del parere legislativo dellosservatorio per la trasparenza e il controllo che la Casa delle Libertà ha però duramente contestato poiché «non si tratta di una concessione come Penati vorrebbe far passare, bensì di un atto dovuto per legge alle minoranze quale garanzia di controllo» replica Paolo Del Nero di Forza Italia. E mentre Bruno Dapei, capogruppo provinciale azzurro, contesta la versione di Penati - «che non sa ammettere di aver sbagliato rispetto al passato perché, allora, la minoranza era presente» -, linquilino di via Vivaio si augura che «nonostante questo, sia possibile un avvio per un discorso più ampio della presenza della minoranza negli organismi, che dia rango e responsabilità anche per chi svolge un ruolo diverso dalla maggioranza».
Offerta di posti nei futuri consigli damministrazione di società e partecipate che la Casa delle Libertà però non raccoglie, «difficile concedere la fiducia a chi non vuole garantire alcun ruolo allopposizione nemmeno nellaula consiliare».
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