Ora la carta d’identità dirà se sei un donatore di organi

RomaD’ora in poi i cittadini dovranno dire sì o no alla donazione dei propri organi e la loro volontà sarà registrata nella carta d’identità. È in arrivo una novità assoluta contenuta in un comma del maxiemendamento che ha sostituito il decreto milleproroghe sul quale ieri il governo ha posto la fiducia al Senato.
Il documento di identità, si legge nel comma, «deve contenere l’indicazione del consenso ovvero del diniego della persona cui si riferisce a donare i propri organi in caso di morte». Un’iniziativa importante che fa chiarezza e viene accolta con favore dagli addetti ai lavori. Questo provvedimento «invita i cittadini ad una prova di consapevolezza positiva» dice Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti.
Costa ritiene «assolutamente positivo che l’indicazione o meno alla donazione degli organi nella carta di identità sia espressione della volontà in vita». Fino ad ora la donazione degli organi faceva riferimento all’articolo 23 della legge 91 del primo aprile 1999, che prevede la regola del silenzio-assenso. In sostanza la legge considera tutti i cittadini potenziali donatori. Chi non esprime la propria volontà è considerato automaticamente un donatore, dunque chi è contrario deve esprimere in vita chiaramente la sua volontà per iscritto, per esempio con una dichiarazione presso un notaio.
La legge comunque prevede la possibilità per i familiari (coniuge non separato, convivente more uxorio, figli maggiorenni e genitori) di opporsi al prelievo durante il periodo di osservazione di morte. Dunque con l’attuale legislazione in assenza di una dichiarazione esplicita precedente sono in realtà i parenti a prendere la decisione finale perché i medici sono tenuti ad interpellarli circa la volontà espressa in vita dal proprio congiunto. In caso di un minorenne sono sempre i genitori a decidere. Se uno dei due è contrario, il prelievo non può essere effettuato. Ma d’ora in poi ciascun cittadino dovrà dichiarare sul proprio documento di identità se vuole o no essere un donatore.
Non è questa l’unica novità del maxi-emendamento. Non ci sarà più l’annunciato aumento delle bionde. È saltato infatti l’incremento delle aliquote di base dell’imposta di consumo sui tabacchi. L’aumento era stato previsto nel milleproroghe per coprire finanziariamente una proposta che concede ai donatori di rene, che hanno rapporto di lavoro dipendente o parasubordinato, permessi e retribuzione normale, così come previsto per i donatori di midollo osseo. Nel maxi-emendamento invece è previsto che quella copertura, pari a 10 milioni, venga dal fondo di riserva per le autorizzazioni di spesa dell’economia e delle finanze.
Resta nel maxi-emendamento la proroga delle norme salva-precari nella scuola anche per l’anno scolastico 2010-2011. Entra pure infine una «stretta» sull’organico della presidenza del Consiglio.

La proposta del governo modifica in parte la norma approvata in commissione Affari costituzionali e prevede «una riduzione degli organici dirigenziali pari al 7 per cento della dotazione di livello dirigenziale generale e al 15 di quella di livello non generale, con l’emanazione di provvedimenti specifici del presidente del Consiglio dei ministri».

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