da Milano
Tony Fassina ha un feeling particolare con le auto italiane. Al volante della Lancia Stratos è stato due volte campione italiano e una europeo. Alla carriera di pilota, però, ha preferito quello di imprenditore, tanto da creare uno dei più importanti network per la vendita di veicoli nel Paese (370 milioni il fatturato aggregato del 2005, con la prospettiva di aumentare questanno il giro daffari del 6-7%). Fassina, anche se negli ultimi anni ha accolto nelle sue concessionarie marchi come Volvo, Chrysler, Jaguar, Honda e Skoda, si ritiene un fedelissimo del Gruppo Fiat. «Anche nei momenti più difficili - afferma - ci ho creduto, mentre altri hanno voluto cambiare. E devo dire che la qualità dei modelli italiani è stata sempre buona: ora è migliorata, ma deve ancora raggiungere il top. Cosa è cambiato rispetto a qualche anno fa? Oggi la gente entra nelle concessionarie e chiede vetture Fiat, giovani compresi. In permuta riceviamo molte auto straniere, soprattutto francesi. Non lavrei mai immaginato».
La rinascita della Fiat e gli obiettivi ambiziosi che lamministratore delegato Sergio Marchionne ha presentato la scorsa settimana non avranno comunque ripercussioni positive immediate sulla rete dei dealer. «È vero che abbiamo aumentato del 15-20% il nostro fatturato - spiega limprenditore - ma i margini, a livello generale, sono ancora bassi. Da parte nostra possiamo contare su un 2%, ma il settore continua a soffrire, in particolare i più piccoli. Il margine medio, infatti, oggi è sotto l1% e spesso ci troviamo a gestire stock di vetture per più di due mesi. Comunque, la strada intrapresa da Torino è quella giusta e certi obiettivi si raggiungono solo se ognuno fa la sua parte, anche se a fronte di sacrifici». Fassina è convinto che, più che la Grande Punto, sia stata la Panda a dare il là alla ripresa del gruppo.
«Ora - dice - attendiamo la Bravo. Cè molta aspettativa su questo modello.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.