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Ora il corso di scacchi vale più di teologia

I PRESIDI «Una disparità enorme che penalizza didattica e crediti a scapito degli studenti»

Ora il corso di scacchi vale più di teologia

Declassata per sentenza. La decisione del Tar di «depotenziare» l’insegnamento della religione ha scatenato un effetto paradossale, quasi comico, se non fosse che di mezzo c’è la libertà di scelta delle famiglie. Dal prossimo anno scolastico una lezione di religione varrà meno di un corso di chitarra o di scacchi. Perché non porterà più crediti aggiuntivi alla maturità, ma i corsi alternativi sì. Gli insegnanti di religione non potranno partecipare agli scrutini ma i colleghi dei corsi alternativi sì.
Basta un piccolo sondaggio tra le scuole per rendersi conto del paradosso che si è creato: per i corsi cosiddetti «extracurricolari» l’unico limite è la fantasia. Ci sono scuole in cui si può studiare l’energia sostenibile, etica o fitness ricevendo crediti, mentre la religione varrà zero. Ma ci sono anche lezioni filatelia, corsi a sfondo ambientalista, di scacchi o di strumenti musicali. Tutti validi e formativi, per carità. E tutti utili per delineare il profilo dello studente e il suo impegno nell’ambito scolastico. Ma allora, perché escludere solo i corsi di religione come se fossero degli appestati?
Il ministro Gelmini ha già annunciato ricorso contro questa sentenza di primo grado dei giudici amministrativi, ma è possibile che gli stessi insegnanti di religione scendano in piazza a protestare. Anzi, di fare ricorso allo stesso Tar Lazio che l’altro ieri li ha liquidati in malo modo in nome della laicità delle scuole statali. Ma questa esclusione ha determinato una più plateale discriminazione, quella tra gli insegnanti di religione e i colleghi che svolgono le materie alternative. «Diventa una disparità enorme ma al contrario» commenta a caldo il vice presidente dei presidi italiani, Mario Rusconi, nonché dirigente del liceo scientifico Newton di Roma. «Questa sentenza ha tolto il diritto di voto al docente di religione mentre l’insegnante di materia alternativa potrà partecipare allo scrutinio, potrà votare per la promozione e bocciatura o rimandatura dello studente e potrà contribuire al credito dello studente». Rusconi spiega con un esempio; «Il punteggio del credito viene dato allo studente dal terzo anno delle superiori in poi in base alla sua media. Ma questo credito non è fisso, e lo stabilisce il consiglio di classe a maggioranza. E può alla fine accadere che l’ago della bilancia diventi solo l’insegnante di materia alternativa e non anche quello di religione che è escluso.

Una disparità che dovrà essere sanata da una legge».

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