Gianandrea Zagato
Propone di trasformare le aree del Demanio in parchi. Applausi del popolo della sinistra, che già aveva convinto di sopravvivere «in una città invivibile». Tutti colpiti dallidea geniale dellex prefetto, forse anche quei consiglieri diessini che passo passo lo seguono per suggerirgli battute e pensieri. Ma, si sa, il diavolo fa le pentole e non i coperchi.
E così, risfogliando le pagine delle cronache politiche milanesi, si scopre che quellidea brillante di Bruno Ferrante non è farina del suo sacco. Chi è lautore. Be, lambientalista Milly Moratti che vuole conquistare Palazzo Marino e che, con venti giorni danticipo, in unintervista al Corriere della Sera aveva buttato là questopzione: «Mi chiedo perché non utilizziamo le caserme dismesse dal ministero della Difesa» diceva la Verde. Spazi non solo per avere una città più verde ma anche «per costruirvi alloggi per studenti universitari e alloggi popolari». Acquisto, diciamo, «socialmente utile» come già fatto a Orvieto. E che, Ferrante, a corto di idee tenta di rivendere come «roba sua» per recuperare consensi. Non è infatti un mistero che Dario Fo, il suo vero competitor alle primarie dellUnione, continua nellopera di disturbo. Anche con lappoggio di Beppe Grillo: «Fo? Unalternativa al candidato intercambiabile di destra e di sinistra. Al candidatopatinatoordinatoligioalpartito» ma anche «ai grattacieli e ai parcheggi». Messaggio chiaro e inequivocabile: «Fo è una persona onesta e lonestà deve essere la discriminante per le scelte politiche».
Parole pesanti come pietre per una sinistra in salsa ambrosiana e nazionale con «i suoi equilibri interni di potere ammuffito».
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