Ora è la Germania che va a caccia degli squadroni della morte di Tito

La Procura federale di Karlsruhe sta indagando sugli squadroni della morte di Tito, che tra il 1970 ed il 1989 uccisero in Germania 22 oppositori all’ex dittatore jugoslavo. Il settimanale «Der Spiegel» rivela che la Procura federale sta indagando su 14 persone, 6 delle quali ricercate con mandato di cattura internazionale, tra cui figurano 2 ex agenti segreti jugoslavi. Secondo le informazioni raccolte dal settimanale di Amburgo, gli ordini ai commandos di killer per commettere le esecuzioni sarebbero stati impartiti personalmente da Tito e dai suoi successori nell’apparato dirigenziale della Croazia. La Corte d’Appello di Monaco di Baviera aveva stabilito in una sentenza emessa nel 2008 che fino alla morte di Tito, avvenuta nel 1980, «i responsabili politici jugoslavi avevano impartito ordini di morte, eseguiti sul territorio della Repubblica Federale Tedesca». Nel frattempo un ex cittadino jugoslavo, scampato a un attentato organizzato dai servizi segreti dell’ex repubblica balcanica, ha presentato la settimana scorsa al ministro dell’Interno, Thomas de Maiziere, la richiesta di ritirare l’onorificenza dell’Ordine al merito concessa a Tito nel 1974 dall’allora presidente tedesco Gustav Heinemann. Josip Broz, meglio noto come Tito, morto nel 1980 a 88 anni, ha governato la Jugoslavia per 35 anni. Molti i crimini contro l’umanità di cui è stato accusato, dal massacro di 12.

000 ex miliziani anticomunisti sloveni alle persecuzioni anti italiane culminati nelle foibe, oltre alla pulizia etnica contro cittadini di etnìa tedesca e ungherese, senza contare lo sterminio degli oppositori politici reclusi nei campi di concentramento. Persecuzioni che evidentemente non si fermavano alla frontiera.

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