Ora i Comuni pagano la luce: sindaci in rivolta nel Nord Est

Anche i Comuni pagheranno la luce. Scatta l’1 giugno la direttiva che prevede l’abolizione dell’esenzione dall’imposta erariale sull’energia elettrica utilizzata per illuminare gli spazi pubblici. I sindaci dovranno mettere mano al portafoglio comunale e pagare la bolletta. Un’iniziativa che ha scatenato la protesta dei primi cittadini: molti paesi del Nord Est hanno già scritto lettere all’Anci, l’associazione che riunisce i rappresentanti dei Comuni.
Sul piatto la minaccia: siamo costretti a pagare la luce? Ebbene noi spegneremo tre lampioni su cinque. La «rappresaglia» nasce in quel di Lugo, nel Vicentino, dove il sindaco, Valerio Lanaro, adombra i motivi di questa decisione: «La ratio è favorire la sicurezza di chi è dedito alla delinquenza, in modo che possa agire indisturbato?». Intanto il provvedimento costerà alle amministrazioni comunali una cifra variabile: dai 200-300 euro in più al mese per i paesi più piccoli ai 5-6mila euro, sempre mensili, per i capoluoghi di provincia. Per tutti il rincaro è nell’ordine del 14 per cento.

Di sicuro questo ritocco verrà a gravare le casse provocando rinunce in qualche altro capitolo di spesa o determinerà un aumento delle tasse comunali. A Rovigo, l’amministrazione municipale ha fatto sapere che l’illuminazione non verrà a mancare: «Non toglieremo i lampioni. Faremo sacrifici, ma i soldi verranno fuori».

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