Ora indaga la Procura sugli hacker al Trivulzio

Da Ferragosto il Trivulzio fa un salto indietro di decenni: ricette, appuntamenti, contratti, archivio ospiti e dipendenti saranno fatti a mano. Nessuna bizzarria del commissario ma semplicemente una necessità dovuto a un misterioso hacker che tra il 14 e il 15 agosto è entrato nel sistema informatico ha distrutto tutti quanto ha trovato in memoria.
Adesso è tutto un fiorire di ipotesi su chi abbia attaccato la banca dati e perché. Non si capisce ancora se il «pirata» sia entrato attraverso internet oppure se fisicamente sia penetrato negli uffici del Pat. Ancora più difficile capire il motivo di questa incursione: un assaggio in vista di un successivo attacco ad altri più delicati sistemi informatici, la distruzione di tutto l’archivio per non far capire quali dati interessava far sparire all’hacker. De certo è solo che l’assalto è avvenuto durante il ponte di ferragosto, durato tre giorni. Al «pirata» ne sarebbero bastati solo due per far sparire: contabilità, schede pazienti, elenco del personale, moduli di pagamento, l’agenda delle prenotazioni delle visite, e tutto quanto riguarda il patrimonio immobiliare. L’azione dell’hacker è proseguita andando anche a distruggere gli archivi di riserva «la backup memory».
Dopo l’incursione i tecnici della Baggina si sono messi al lavoro per cercare di ripristinare al più presto il sistema e vedere se in qualche angolo è rimasta traccia di quei dati. Nel frattempo solo posta elettronica e altri pochi servizi sono stati riattivati. Per il resto di prosegue a man: pagamento stipendi, accettazione pazienti, prescrizioni mediche, entrate e uscite. Come nel dopo guerra.

Nel frattempo la polizia postale ha iniziato le indagini, inviando una prima relazione alla Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta per accesso abusivo aggravato al sistema informatico e danneggiamento informatico.

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