da Milano
Il 10% di Endesa è stato acquistato ieri in mezzora, tra le 18,26 e le 18,55, afferma un comunicato Enel alla Consob spagnola, dopo il via libera del cda del gruppo guidato da Fulvio Conti. Ora lobiettivo è il 24,9 per cento. Per andare dove? Senza dimenticare il come, che però è abbastanza chiaro: con alle spalle i governi italiano e spagnolo che si sono accordati per un asse che non tocca solo lenergia, ma anche le telecomunicazioni e le autostrade, senza dimenticare, forse, le banche. Così, le barricate erette da Parigi nella vicenda Suez dovrebbero essere solo un brutto ricordo. Acciona, il principale azionista di Endesa con il 21%, si è detta sorpresa di trovarsi un coinquilino italiano in casa, ma non contraria. Anche perchè è entrata anche lei in Endesa con la benedizione (e lincoraggiamento) del premier madrileno Josè Luis Zapatero.
Se Enel arriverà al 24,9% previsto, i due principali azionisti avranno la possibilità di scegliere tra più di una strada. Innanzi tutto potrebbe rispuntare lipotesi della cessione di alcune attività di Endesa a Enel. In questo modo lattuale management di Endesa resterebbe padrone in casa propria e il controllo della società rimarrebbe totalmente spagnolo. Endesa «dimagrirebbe» di alcune attività in Spagna, oltre alla Snet francese di cui detiene il 65%. Possibile anche il passaggio di mano di asset in Polonia e Algeria. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di non creare problemi per Endesa Italia, che continuerebbe ad avere un controllo spagnolo.
Ipotesi numero due: la coabitazione. Acciona ed Enel fanno un patto di sindacato con gli altri azionisti rilevanti (Cassa di Madrid e Axa) e gestiscono Endesa. O meglio, a gestirla sarebbe probabilmente lEnel, che conosce il settore, in accordo con i soci spagnoli. Linconveniente più grosso è quello di Endesa Italia, che difficilmente potrebbe rimanere in mano alla capogruppo madrilena.
Ipotesi numero tre: Acciona ed Enel si accordano per il lancio di unOpa totale, che potrebbe essere imposta dalla Consob spagnola se ritenesse che esiste un concerto. Una possibilità, quella dellOpa obbligatoria, che appare però remota. E ieri sera Enel ha comunicato che non cè nessun accordo tra i principali azionisti di Endesa.
Al momento è difficile dire quale sarà la soluzione scelta, anche perchè Enel deve ancora arrivare al 24,9%. In ogni caso Enel ha sempre una via duscita: aderire allOpa di E.On, anche se nessuna decisione è stata presa, dice il comunicato Enel. Sarebbe il colmo: lingresso degli italiani è stato visto proprio in funzione anti-tedesca.
Quanto al problema Endesa Italia, se dovesse essere ceduta, ci sono due linee di pensiero. Quella che ha un crisma di ufficialità (o quasi): lingresso di Enel in Endesa chiude la porta a E.On in Endesa Italia. Problema: chi la può acquistare? Non Aem Milano, che è già impegnata con Edison, non Asm se si fonde con Aem. Non De Benedetti che ha già Tirreno Power attraverso Sorgenia. Altri che in Italia abbiano i soldi e la voglia di comprarsela? Nessuno, almeno secondo gli esperti del settore. E allora cè la seconda linea di pensiero: rispunta E.On. Che in questo modo potrebbe essere «tenuta buona» con un contentino. Anche perchè E.On ha un bel po di soldi in cassa e si dice decisa ad andare avanti nella sua battaglia.
Sulloperazione in sè, le valutazioni degli analisti divergono. S&P mantiene invariato rating e outlook, la stessa cosa ha fatto Société Générale che parla di «passo avanti» del gruppo italiano, mentre Goldman Sachs ha dato una valutazione critica delloperazione che sarebbe stata fatta a prezzi troppo elevati e che non crerebbe valore. Quanto alla Ue, Bruxelles ha detto che lacquisto di un 10% non la riguarda.
Enel ha chiuso la seduta di Borsa in calo del 2,7% con un mercato colto di sorpresa dalloperazione: è passato di mano il 2,4% del capitale. Pesante E.On, che a Francoforte ha ceduto il 4%: evidentemente gli operatori ritengono che il gruppo tedesco abbia perso la partita. A Madrid Endesa ha chiuso in progresso dello 0,8% a 38,45 euro.
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