da Roma
Sarà un grintoso antiberlusconiano, ma è pur sempre il «padrone» di tre marchi e sette stabilimenti e visto di cattivo occhio dai sindacati. Così su Diego Della Valle i giudizi dei due quotidiani più a sinistra del panorama editoriale, il manifesto e Liberazione, hanno virato ufficialmente verso la presa di distanza. Il manifesto viviseziona il passato di Mister Tods attraverso le testimonianze di gente che ce lha con lui, ossia lavoratori e sindacalisti, mentre il quotidiano di Rifondazione in un editoriale di Salvatore Cannavò ricorda che lazienda di Della Valle fu «condannata in passato per attività antisindacale nello stabilimento di Comunanza». Ironico il commento sul dimissionario dirigente di Confindustria: «Chissà se ora che è diventato uno degli alfieri della lotta contro Berlusconi - si legge nelleditoriale di Liberazione - Diego Della Valle migliorerà le condizioni di vita dei suoi operai e le condizioni industriali nelle sue aziende». Il giorno prima, a ben guardare, il quotidiano targato Prc aveva già sentito odore di bruciato nellinnamoramento per limprenditore marchigiano e aveva titolato così laddio di Mister Tods dal direttivo dellassociazione degli industriali: «Si dimette Della Valle, un padrone come gli altri».
E il velo sullimprenditore lo alza anche il manifesto, che allex dirigente di Confindustria ha dedicato ieri un ampio retroscena dal titolo: «Tutto quel che non si deve sapere su Della Valle». Sotto, nellocchiello, la spiegazione: «Lequivoco di mister Tods, leroe degli antiberlusconiani che odia i sindacati e fa scoppiare la bile ai lavoratori».
Nellarticolo si racconta tra laltro come un titolo proprio su Della Valle scatenò le ire dei lettori alcuni mesi fa: «Della Valle, il nostro bomber». Gli aficionados del manifesto non lhanno perdonato. E così il giornale corregge il tiro. Nel ritratto di ieri si parla del passato dalle amicizie importanti («il colpo grosso lo fece quando convinse Montezemolo a farsi fotografare con Gianni Agnelli, tutti e due con ai piedi un paio di stivaletti Tods») e dellinfelice rapporto con i lavoratori: «In fabbrica non tira unaria lieve», ripetono i sindacalisti contattati dal manifesto.
E via di questo passo, con rappresentanti dei lavoratori tuttaltro che tiepidi nei riguardi di mister Tods, di cui ricordano gravi pecche antisindacali di un passato da «padrone» dove sono fioccate le denunce, soprattutto della Cgil.
Anche Liberazione cita situazioni scomode: nelle aziende di della Valle «il contratto lavorativo non esiste - vige solo laccordo nazionale che significa, per i livelli 2 e 3, cioè la maggioranza, stipendi oscillanti tra i 900 e i 950 euro al mese». Scheletri politically uncorrect e che i due quotidiani più fedeli alla sinistra non potevano ignorare.