Ora il Parlamento vuole un’inchiesta sul Far West del volontariato

RomaÈ tempo di controllare il mondo della cooperazione e del volontariato in Italia. Trecentocinquantamila associazioni, tra Onlus, cooperative e Organizzazioni non governative (che sono Onlus di diritto) significano un ente non profit ogni 170 abitanti. È un settore ancora piuttosto inesplorato sul quale cinquanta senatori del Pdl chiedono che s’indaghi con una commissione parlamentare d’inchiesta.
Si partirebbe dalla verifica sulle Ong, ma come spiega la prima firmataria, Adriana Poli Bortone (Gruppo misto), l’indagine potrebbe essere estesa in generale agli enti non lucrativi, un universo che ha solo 12 anni di età ma che nasconde gioielli di beneficenza e allo stesso tempo zone d’ombra legate alla criminalità, come testimoniato dall’inchiesta del Giornale di questi giorni.
Il disegno di legge numero 830, «istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle Organizzazioni non governative», è stato depositato il 23 luglio 2008 ed è assegnato alla commissione Affari costituzionali di palazzo Madama. Tra i firmatari compaiono il presidente della commissione Giustizia, Filippo Berselli, l’ex governatrice di Nassirya Barbara Contini, il presidente della commissione Finanze Mario Baldassarri. Compito della commissione sarebbe quello di «verificare che l’attività» della Ong «avvenga nel rispetto di criteri di trasparenza, di efficacia e di imparzialità». Ma anche di «monitorare la destinazione dei finanziamenti stanziati».
È questo il momento giusto per avviare una verifica «di tutto il volontariato», chiarisce adesso Poli Bortone: onlus, cooperative. Tre al giorno non passano i controlli di Guardia di finanza e Agenzia delle entrate, come ha scritto il Giornale nelle precedenti puntate dell’inchiesta sulla “Solidarietà a perdere”: «È giusto che i cittadini sappiano dove vanno i soldi e per fare cosa». Il denaro della beneficenza ma anche dei contributi di Stato, per «esaltare le forme di volontariato belle» e differenziarle da quelle meno lodevoli. Trasparenza, insomma: «L’idea parte da una serie di trasferte nel sud dei Balcani all’europarlamento - racconta Poli Bortone - . Mi sono fatta l’idea che ci sono un po’ troppe organizzazioni che non danno assolutamente conto di quello che fanno».
L’impegno del gruppo del Pdl su questa materia «è assoluto - conferma al Giornale il vicepresidente dei senatori del Popolo della libertà, Gaetano Quagliariello -: l’iniziativa va assolutamente portata avanti. Anche se la mia proposta a settembre sarà l’istituzione di un’indagine parlamentare sulle Onlus, non una commissione d’inchiesta. Le commissioni sono estremamente costose. Bisogna stare attenti: per prevenire sprechi si rischia di provocarne uno più grande». L’inchiesta parlamentare, svolta quindi da una delle commissioni competenti, «è più veloce e raggiunge gli stessi obiettivi con molti meno soldi».
Il dibattito comunque ormai è aperto: «Bisogna evitare che ci sia un abuso di queste associazioni non lucrative - commenta anche il senatore Giuseppe Valditara, un altro dei firmatari del disegno di legge sulla commissione d’inchiesta - associazioni che magari hanno altre finalità ma assumono lo status di Onlus solo per aggirare le leggi in materia fiscale».
Se n’è parlato poco sinora, ma in realtà «con la gestione Tremonti è scattata una stretta enorme sulle verifiche», sottolinea Quagliariello.

Tutto è partito dal decreto legge «anticrisi» 185 2008: qui, come ricorda l’Agenzia delle entrate, si prevede «l’esigenza di un censimento sistematico dell’amplissima platea dei soggetti e dei dati e delle notizie a essi relativi, rilevanti ai fini fiscali». Perché la Onlus può essere un «paradiso» di evasione per chi non ha nessuna intenzione di fare il volontario.

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