I cinesi, si sa, sono superstiziosi. Non è assolutamente un caso se hanno fissato linaugurazione dei Giochi olimpici di Pechino alle ore 8 dell8.8.2008: il numero otto è infatti considerato da quelle parti un portafortuna infallibile. Al momento, però, non sembra che la sorte stia adeguandosi agli auspici. Anzi, per dire le cose come stanno, tira una decisa aria di jella e contrarietà assortite.
Prima la questione dellinfernale inquinamento dellaria di Pechino, che si credeva risolta raccontando al mondo intero che latmosfera nella capitale è sempre meno tossica, ma che è ritornata di spiacevole attualità quando il due volte campione olimpico Hailé Gebreselassie ha detto di non sapere se correrà la maratona perché soffre di asma e ci tiene alla salute; poi la rivolta del Tibet, solitamente quasi rassegnato al suo destino di privazione della libertà e alieno per tradizione dal ricorso a metodi violenti: la pesante repressione subita dai tibetani ha suscitato ovunque unondata di simpatia per la causa incarnata dal Dalai Lama e a farne le spese è stata soprattutto la fiaccola olimpica, inseguita e vilipesa da contestatori anticinesi nelle città di mezzo mondo; adesso ci si mette perfino il terremoto, una scossa potentissima che si è sì abbattuta su una provincia che dista migliaia di chilometri da Pechino, ma che nella capitale è stata percepita distintamente, tanto da spingere grandi folle nelle strade e da far circolare voci inquietanti sulla tenuta degli impianti destinati a ospitare i Giochi.
Il supersisma del Sichuan, che ha toccato la magnitudo 7.8 sulla scala Richter, ha raggiunto Pechino con una forza calcolata, sulla stessa scala, a quota 3.9. Alcuni palazzi della capitale sarebbero stati evacuati precauzionalmente, e si è temuto che stadi e palazzi sportivi avessero riportato danni. Un portavoce del comitato organizzatore dei Giochi si è affrettato ad assicurare che «nessun danno è stato constatato»: Pechino sorge in unarea a rischio di terremoti, ha riconosciuto, ma proprio per questo le 31 installazioni olimpiche sono state costruite con criteri antisismici.
Quanto al Tibet, si affaccia una nuova ipotesi di soluzione del problema: il Dalai Lama, leader in esilio dei buddhisti tibetani, potrebbe essere invitato ad assistere alle Olimpiadi.
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