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«Ora prenderò Agostini»

Nanni Scaglia

da Losail

Ormai solo Giacomo Agostini ha vinto più gare nella classe regina di Valentino Rossi. Il 54º successo, che permette a Vale di eguagliare Mick Doohan e che Rossi inseguiva dal penultimo Gp della scorsa stagione, è arrivato di forza, di classe, di bravura, perché basta vedere dov'è la seconda Yamaha per capire che è sempre lui a fare la differenza. Rossi primo, il compagno di squadra Edwards nono staccato di quasi 23 secondi, quindi oltre uno al giro, conferma che la medicina per guarire il virus della vibrazione dell'avantreno della M1 è sempre e solo il dottor Rossi.
«La mia moto era a posto, ma sicuramente io ho guidato bene, ho tirato fuori l'ultimo mezzo secondo che serviva per vincere», è l'analisi di Valentino, determinatissimo a portare a casa un successo che ha molto più valore dei 25 punti ottenuti. «Questa vittoria dà tranquillità, morale alla squadra, comunque bravissima a mantenere la calma dopo un inizio difficile. Il Gp di Spagna per noi è stato un incubo e anche qui, in prova, il chattering, la vibrazione della ruota anteriore, ci ha creato qualche problema. Ma Burgess (il capo tecnico, ndr), il team, gli ingegneri giapponesi e i tecnici della Michelin sono stati bravi a trovare una soluzione e in gara la mia M1 si è comportata bene. Quando le gomme hanno iniziato a scivolare, la vibrazione è sparita e se la moto non vibra, la Yamaha ha un grande potenziale».
È stata una gara tirata dal primo all'ultimo giro, con l'uomo della pole, il sorprendente Casey Stoner, a dettare il ritmo per nove giri. «Nella prima parte della gara ha guidato benissimo, come se fosse al suo decimo anno in MotoGp e non al debutto», dirà poi Rossi, che è riuscito a passarlo forzando la staccata dopo il rettilineo dei box. Con ancora metà gara da disputare, sembrava che Valentino potesse avere vita relativamente tranquilla, ma così non è stato.
«Quando sono andato al comando - ripercorre il Gp - pensavo di poter staccare Hayden, che invece ha continuato a rimanermi attaccato. È rimasto sempre lì fino alla fine, superandomi anche a quattro passaggi dalla bandiera a scacchi. Sono riuscito a riportarmi al comando, ma è stata comunque dura, anche perché Capirossi si avvicinava: per vincere ho dato la vita negli ultimi due giri».
Come conferma il risicato distacco al traguardo, con i primi tre racchiusi in meno di un secondo e mezzo, oltre tutto in sella a moto di marca differente: Yamaha per Rossi, Honda per Hayden e Ducati per Capirossi. «Vincere una gara così tirata dà ancora più soddisfazione - si gusta il trionfo Vale -. Però anche nel 2005 i miei successi arrivavano al termine di Gp molto equilibrati e il mio grande vantaggio in classifica è stato determinato soprattutto dagli sprechi degli altri piloti. Certamente quest'anno sarà più difficile, anche perché, a differenza degli ultimi cinque anni, sono costretto a inseguire e non posso amministrare».
Il Gp del Qatar ha confermato che il livello della MotoGp si è alzato, che per Rossi, pur rimanendo il grande favorito, non sarà così facile come in passato dominare la stagione. I giovani arrivati dalla 250, come Stoner (quinto al traguardo) e Pedrosa (sesto), hanno dato nuovo vigore alla categoria e la competitività di tutte le moto è cresciuta. «Noi - dice Vale - non siamo ancora al 100%, ma probabilmente non lo sono nemmeno Honda e Ducati. Prima del via, non ero sicuro di poter vincere, perché questa di fatto era la mia prima gara del 2006, dopo quanto mi era successo a Jerez, e non sapevo come si sarebbe comportata la mia Yamaha nel confronto diretto con le altre moto. Sicuramente la M1 ha un potenziale alto, ma anche gli altri vanno forte e Capirossi mi ha già detto che quest'anno sarà una bella sfida tra noi. Credo proprio che sia Loris il mio principale rivale per il titolo».
Intanto, però, non si può non pensare ad Agostini e alle sue 68 vittorie in 500 (allora si chiamava così), 122 in totale nel Campionato del Mondo di Velocità.
«I numeri stanno diventando importanti e solo nominare il nome di Ago mette i brividi. Sarà difficile battere il suo primato di successi complessivi, mentre altre 14 vittorie in MotoGp le posso ottenere. Non certo in un anno solo però, ma credo di avere del tempo per farcela».
L'ennesima conferma che la Ferrari, la F1, insomma le quattro ruote, possono aspettare: Rossi continua ad avere in mente le moto.

Sarà un'altra stagione esaltante.

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