«Ora di religione, la disertano in 100mila»

Gioia Locati

Sempre più studenti disertano l’ora di religione. Il trend è in vertiginosa crescita, dalle materne alle superiori, soprattutto nella diocesi di Milano - che comprende le province di Milano, Lecco e Varese - fanalino di coda rispetto alle altre diocesi dello Stivale.
«Gli studenti di queste tre province che non seguono più l’ora di religione cattolica sono ormai a quota 100mila - è la denuncia di Alberto Giannino, presidente dell’Associazione nazionale docenti cattolici - Nel resto d’Italia il fenomeno ha un’altra portata, il 91 per cento è presente nell’ora di religione. Ossia, su tutta la Penisola soltanto mezzo milione non la segue e di questi il 20 per cento appartiene alla diocesi milanese». I dati citati da Giannino sono stati rilasciati dalla Curia e dimostrano anche che otto anni fa, nel 1998, gli studenti della diocesi che snobbavano la religione erano 55mila. «Si tratta di una vera e propria emergenza - ha insistito Giannino - da una parte mi rivolgo ai ragazzi cattolici, a quelli che frequentano le parrocchie e le associazioni religiose perché purtroppo c’è anche qualcuno di loro fra gli assenteisti. Dall’altro ai miei colleghi, che sono 1.900. A loro vorrei dire: perché dobbiamo essere costretti a parlare di droga, sesso, musica pur di accattivarci le simpatie della classe? Questi sono argomenti di attualità e non di cultura religiosa. La povertà su questo aspetto produce analfabeti religiosi, diciottenni che non sanno che differenza ci sia fra un cattolico e un cristiano. Mentre c’è un bellissimo programma ministeriale da svolgere, si può spaziare dal confronto con le altre religioni alle questioni etiche. Se si parla di eutanasia si può guardare a quello che dice il Pontefice, a quello che è scritto nel magistero della chiesa. Infine, ma non meno importante, un appello al nostro arcivescovo Tettamanzi - che più volte ha parlato dell’importanza della trasmissione della fede - e che abbiamo potuto incontrare, finora, una volta sola: ci indichi le strategie, ci dica quale linea dobbiamo seguire per riportare in classe le pecorelle smarrite». In particolare il presidente dell’associazione chiede «di ripensare la pastorale dell’insegnamento della religione, che è datata e non adeguata ai nostri tempi. Il cardinale dovrebbe riunire a porte chiuse tutti i docenti e fare con loro un incontro di tre giorni per capire questo disagio. Utili anche i corsi di aggiornamento per insegnanti».


I corsi di studio che contano più assenteisti sono i tecnici e i professionali, meno fughe al liceo e nei magistrali. Il trend negativo è iniziato nel 1991 quando il consiglio di Stato introdusse l’alternativa della libera uscita all’ora di religione.

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