Per ora restano fermi a «uno tituli»...

Tanto piovve che tuonò. Questo finale di stagione sembra capovolgere tutto, persino i proverbi. L’anemico e claudicante Milan inanella gol su gol e sgambetta leggiadro; l’atletica e arrembante Signora Juventus vaga per il campo come una ragazzina impaurita e le serve il ritorno del redivivo Cristiano Zanetti per non perdere con l’ultima della classe; e, soprattutto, i Bauscioni, udite udite, restano per il momento fermi a «uno tituli», la Superminicoppetta vinta contro la Roma l’estate scorsa, una vita fa. Roba da non credere. Ma forse, a pensarci bene, una chiave di lettura esiste, per questo (momentaneo?) sovvertimento dei valori. Forse è colpa del presente che sta già diventando futuro.
Forse nella stanza dei bottoni rossonera la vecchia volpe in cravatta gialla ha studiato la strategia del pianger miseria in pubblico ma ha già in mano qualche buona carta. Forse i Gobbi sono davvero votati ad attendere il ritorno del principe azzurro Lippi, così facendo autocondannandosi a un anno sabbatico, quello che porta al Mondiale. Forse il gigante col contratto d’argilla, leggi Ibra, ha trasmesso a tutta l’Inter il virus dell’incertezza, parente prossima dell’inquietudine.

In ogni caso, il tifoso milanista è in una botte di ferro: da almeno un paio di mesi si è messo, per l’ennesima volta, il cuore in pace. Se qualcuno vuole regalargli qualche sussulto, così, tanto per gradire, si accomodi.

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