Benzina esaurita, code chilometriche ai pochi distributori ancora aperti, supermercati presi dassalto, generi di prima necessità ormai introvabili e rischio di blocco dei servizi di trasporto pubblico (Cotral) e privato (taxi) e della nettezza urbana. Sono bastati due giorni di sciopero dei tir per far piombare la città in una situazione di vera emergenza che ai meno giovani ricorda i tempi della cosiddetta «austerity» o addirittura dellultima guerra. Il bombardamento di notizie sui blocchi in autostrada delle ultime ore ha fatto scattare la «sindrome dellaccaparramento». Il timore di rimanere con il serbatoio dellauto a secco o senza latte ha indotto i romani ad accelerare le conseguenze della mancata consegna delle merci. Le scorte, così, sono andate rapidamente esaurite. Addirittura ieri sera si sono formate code anche davanti a qualche forno per la paura di non trovare più il pane.
Intanto, sulla scrivania del prefetto Carlo Mosca continuano ad arrivare allarmi e richieste di intervento: lassessore regionale allagricoltura Daniela Valentina è preoccupata per i produttori di latte che non possono consegnare il prodotto; il trasporto extraurbano svolto dalla Cotral potrebbe subire dei disservizi a causa della difficoltà di rifornimento del gasolio. Lazienda si è «attivata riempiendo tutti i serbatoi degli impianti interni, e dando ordine di ricorrere il più possibile ai rifornimenti esterni, laddove sia ancora possibile, per non intaccare le scorte interne». Prime ripercussioni dello sciopero dei tir anche sulle attività dellAma: se dovesse perdurare lagitazione, il mancato rifornimento delle pompe presenti negli stabilimenti Ama potrebbe portare nel giro di 48/72 ore a un esaurimento delle scorte. Un primo dato negativo riguarda il servizio della raccolta differenziata. Il blocco dei camion impedisce il trasporto dei materiali raccolti dalle piattaforme di raccolta alle strutture di riciclaggio. A cascata questo blocco si ripercuote su tutta la filiera. Al momento la diminuzione dei giri di raccolta è stimata in un meno 15%, in aumento se non si sblocca la situazione. Limpianto di trattamento di rifiuti di Rocca Cencia è fermo per limpossibilità di trasportare quanto prodotto al termovalorizzatore di Colleferro.
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