da Roma
Step by step, un passo dopo laltro, per dirla allinglese e Riccardo Scamarcio, il divo che nel cineculto Ho voglia di te si chiama, nomen omen, proprio Step e non Carlo o Luca, diventa attore completo. Eroticamente rilucente, dunque, ma pure bravo e pronto per le parti più rischiose, quelle dove un interprete, se di razza, ci mette la faccia, non solo in senso estetico. Reduce da un tour promozionale, da Torino a Bari, laddove ragazzine e signore lhanno sfiancato chiamandogli baci, autografi e clic, il ventisettenne attore di Andria chiude un inverno di fuoco, nel quale, sul grande schermo, ha conosciuto biblicamente la giunonica Bellucci (Manuale damore 2 di Veronesi) e la ninfa Gin, cioè Laura Chiatti, la B.B. nostrana, sua partner in Hvdt. Nellocchio del ciclone mediatico, però, che lo frulla nellOlimpo delle star, Riccardo Scamarcio non riesce più a fermarsi: lo aspettano una primavera e unestate al calor bianco.
Mentre è uno dei candidati italiani più idonei al Festival di Cannes, con Mio fratello è figlio unico, film di Daniele Luchetti in uscita il 20 aprile (con la Warner), dove lui, che tende a smarcarsi dallangolo stretto del sex-symbol, impersona Manrico, fratello vincente e un po ciarlatano di Accio (Elio Germano), sullo sfondo dellItalia tra i 60 e i 70 (il film, prodotto da Cattleya, è tratto dal romanzo di Antonio Pennacchi, Il fasciocomunista), altre prove attendono il beniamino delle platee. Né si tratta di cimenti qualunque: dietro la porta ci sono Sergio Rubini, a maggio pronto a dirigerlo (come già anticipato dal Giornale) nel thriller Colpo docchio (altra produzione Cattleya) e il maudit Abel Ferrara, nel periodo estivo sul set dellerigendo Pericle, un noir sulla camorra, anche co-sceneggiato dal regista newyorchese e ispirato al romanzo Adelphi Pericle il nero, di Giuseppe Ferrandino, qui consulente. Si girerà tra la Napoli dei Quartieri Spagnoli, regno di camorra, e Pescara. «Ho scelto Scamarcio perché mi piace molto - spiega Ferrara-. Ha già recitato in Go go tales e mi sono trovato bene con lui. Poi viene dal Sud e credo che capisca molto bene il personaggio». Aggiunge il regista: «I personaggi parleranno napoletano, come nel romanzo». Corrado Zanchi, produttore della Kubla Khan, rivela: «Ferrara sta finendo di montare Go go tales e ha firmato per definire il rilancio del libro di Ferrandino».
Se lastro di Scamarcio vola(in Go go tales fa il dottor Steven, medico che salva un uomo e si premia con una visitina al club delle ragazze che si spogliano a gogo, tra le quali Asia Argento), altrettanto rapida linversione di rotta, da desiderabile fidanzato dItalia a più articolato uomo doggi, duro, maturo, magari poco di buono, come in Pericle, film inizialmente affidato a Francesco Patierno, come regia e, in un primo tempo, pensato per o guerriero Pietro Taricone. Intanto, in Via San Giovanni sul Muro, sede delle Edizioni Adelphi, corteggiate dal nostro cinema (Ciro Ippolito prepara una cineversione da La vedova scalza di Niffoi, ma ha pronta La variante di Lueneburg da Maurensig), Roberto Calasso ha preso informazioni su chi sia, esattamente, Scamarcio, fino a ieri ignoto allerudito scrittore-editore, cauto, quando deve trattare con i cinematografari romani, non proprio fans di Marcuse.
La cautela, infatti, è dobbligo: intorno a Pericle il Nero, secondo romanzo di Ferrandino (dopo Il rispetto, 1999), circola unaura di fascino criminoso. Lautore, classe 1958, è difficilmente reperibile, si sposta in continuazione (stando alla madre, ora si trova negli Usa, ma non le telefona)e, forse, Pericle Scalzone è proprio lui.
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