Nei giorni scorsi, abbiamo seguito il congresso della Federazione provinciale di An minuto per minuto, litigio per litigio, ricorso per ricorso. Seguendo lunica strada giornalistica che conosciamo, qualsiasi sia il tema in discussione. Quella di dar voce a tutte le posizioni in campo, soprattutto a chi di solito non ha voce.
Ora, a congresso chiuso, possiamo sbilanciarci un po di più, senza interferire nel libero voto di un libero partito. E - per il bene di An, che ci sta a cuore; per quello della Casa delle libertà, che ci sta ancor più a cuore; ma soprattutto per quello delle candidature di Enrico Musso e Renata Oliveri, che ci stanno a cuore più di tutto il resto - proviamo a dire la nostra, con un appello ai due candidati: il vincitore Gianfranco Gadolla e lo sconfitto Alfio Barbagallo. Sono due amici personali e del Giornale e, sinceramente, mi ha fatto male vederli litigare così tanto e con toni così forti. Ma, durante i congressi, si sa, vale tutto.
Al neopresidente provinciale - di cui apprezziamo moltissimo le idee per rinnovare il partito ed aprirlo alla società, evitando le autoreferenzialità che, a volte, hanno contraddistinto loperato della precedente gestione (obiettivamente anche per la scarsa collaborazione di alcuni dei presunti rinnovatori di oggi) - chiediamo di non buttare a mare il lavoro di Barbagallo. A partire dalla conferma delle candidature esterne, da quella di Mario Sossi a quella di Graziella Quattrocchi, passando per i rappresentanti delle forze dellordine, senza aver paura della sana competizione con le preferenze. Ma, certo, il riconoscimento gadolliano del radicamento popolare di Gianni Plinio gli fa molto onore. Comunque la si pensi su Plinio, Gianni è lanima del partito, lunico sempre e comunque sul pezzo. Fa sorridere il fatto che oggi si discuta tanto sul fatto che nel 2005 ha diminuito le preferenze personali, senza sottolineare che comunque è sempre e di gran lunga il più votato del partito.
A Barbagallo, invece - dato ad Alfio quello che è di Alfio, e non è assolutamente poco - suggerisco di smetterla con ricorsi e controricorsi. In politica si vince e si perde e continuare con laccanimento giuridico nei confronti di persone che, comunque, sono andate a votare con le proprie gambe e senza pistole alla tempia, rischia di essere ridicolo e controproducente. Tante energie sarebbe meglio riservarle a studiare il perchè, allinterno del partito prima ancora che allesterno, tanti che si riconoscevano in lui e Plinio, stavolta li abbiano osteggiati.Insomma, Barbagallo riconosca la vittoria di Gadolla, gli porga la mano e inizino a lavorare insieme, da oggi, per il bene del loro partito e della loro coalizione.
Per entrambi, sono consigli non richiesti. Lo so.
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