Ed è arrivato il momento in cui anche la nostra vita digitale è diventata talmente reale (e ingombrante) da dover essere assicurata. Come la vita vera. Perché presenta altrettanti rischi e pericoli. Con i nostri profili social ci abbiamo giocato per anni senza pensare alla conseguenze. Ci siamo registrati a ogni tipo di sito, salvato ovunque i dati della nostra carta di credito, pubblicato foto personali raccontando tutto di noi come mai abbiamo fatto nemmeno con il diario personale di scuola.
Ora dobbiamo difenderci dal mostro che noi stessi abbiamo creato: abbiamo paura che qualcuno rubi un pezzettino di noi, che sia la foto dei nostri figli o il nostro nome, per farne chissà che. Temiamo di vederci accreditare delle spese o di diventare esche di stalker e cyberbulli che ci minacciano in cambio di soldi. E soprattutto ci siamo resi conto che non è più sufficiente rivolgersi solo alla polizia postale. Ciò che è on line sembra impossibile da cancellare, salvo rivolgersi a società specializzate che arrivano a chiedere fino a 20mila euro per ripulire un profilo social.
Del nuovo disagio si sono accorte anche le compagnie assicurative, che si stanno sempre più concentrando sulla creazione di cyber pacchetti di tutela. Quasi ci servisse una doppia polizza: una per noi e una per il nostro Avatar.
I RISCHI DELLA RETE
A quanto pare, il mercato della tutela sul web è in forte crescita: secondo le stime di Facile.it, potrebbe valere 100 milioni di euro l'anno. Entro il 2025, il valore del mercato globale delle assicurazioni personali contro i cyber risk potrebbe addirittura superare i 3 miliardi di euro: dati che non devono sorprendere se si considera che le vittime del cybercrimine, solo in Italia e solo nel 2017, sono state 16 milioni. In base ai dati raccolti da Clusit, l'associazione italiana per la sicurezza informatica, gli attacchi sono aumentati del 38% e sono sempre più «raffinati». Tra i settori più bersagliati c'è quello della sanità, i cui database sono stati presi di mira dai pirati della rete per il furto di informazioni sensibili, con incursioni che rispetto al 2017 sono addirittura raddoppiate.
I danni coperti da una polizza assicurativa possono essere molteplici: ci sono le persecuzioni on line, gli insulti e le diffamazioni sui social network, le frodi informatiche e la porno vendetta (altrimenti detta revenge porn), cioè la minaccia di mostrare presunte foto o video pornografici che ci riguardano se non versiamo immediatamente del denaro ai ricattatori.
In Italia le polizze, proposte come garanzie assicurative legate alla persona e alla casa, hanno un costo che varia dai 24 ai 40 euro. Garantiscono innanzitutto tutela legale, in alcuni casi supporto psicologico e, se il problema non si risolve in tempi brevi, coprono le spese perché un team di esperti si attivi per inondare la rete con nuovi contenuti volti a disperdere e minimizzare la visibilità dei materiali che vorremmo eliminare, mettendo in atto il cosiddetto flooding. Alcune polizze contemplano anche la tutela in caso di cyber stalking. Attenzione però, perché può capitare che queste coperture siano valide solo se a commettere l'illecito sia una persona esterna al nucleo familiare. Se invece lo stalker o il cyber criminale è un membro stretto della famiglia, ma anche un ex marito o un ex fidanzato, allora la polizza potrebbe non essere attiva.
GLI ATTACCHI DEGLI HACKER
«Le compagnie di assicurazione stanno studiando anche pacchetti di cyber copertura sempre più aderenti alle esigenze delle aziende contro il rischio di frode informatica - racconta Corrado Bocca, agente generale di AssiBiella srl -. Si tratta di formule per cui l'imprenditore viene risarcito nel caso in cui registri danni patrimoniali legati alla frode on line. Ad esempio, capita che gli hacker entrino nel sistema informatico delle aziende e si fingano fornitori, simulando format di mail identici in tutto e per tutto a quelli originali, e pretendano il pagamento di fatture. Le polizze vengono stipulate anche per tutelare le aziende in caso di perdita di dati o danni al server. O ancora per difendersi dai virus informatici, per cui verranno rimborsate delle spese per ripristinare i software o riacquistare le licenze, spesso molto costose».
SHOPPING ON LINE SICURO
Altro ramo in via di sviluppo è quello legato agli acquisti online. Sempre più richieste le polizze che tutelano in caso di controversie relative a inadempienze contrattuali. Bisogna solo fare attenzione alla lista di beni che non sono coperti, perché in alcuni casi è molto lunga: tra le categorie di prodotti normalmente esclusi ci sono, tra gli altri, oggetti preziosi, oggetti intangibili con valore monetario (ad esempio azioni, obbligazioni o titoli) e prodotti digitali scaricati online. Sono escluse, anche, le controversie legate ad aste online e all'acquisto online di prodotti usati. È bene considerare, infine, che in alcuni casi la polizza è valida solo se il valore dell'oggetto acquistato è superiore a un certo importo, normalmente tra i 200 e i 400 euro.
Nelle pieghe di queste regole capillari si inseriscono i siti truffa (ad esempio TooLove, DressLily, TideBuy) che propongono capi di abbigliamento a basso costo, e quindi difficilmente rimborsabili, presentati in foto splendide per poi spedire ai clienti quattro stracci e sparire come meteore, cambiando nome e continuando a proporre le stesse foto.
Le assicurazioni a volte riescono anche a lavorare sul dark web. L'obiettivo è individuare eventuali usi fraudolenti dei dati personali dell'assicurato, avvisandolo in caso di possibili situazioni a rischio. E inoltre proteggono dall'intercettazione dei tasti premuti sulla tastiera, tecnica spesso utilizzata dai male intenzionati che vogliono rubare le credenziali di accesso ai siti.
Va tuttavia detto che la rete serve sempre più alle assicurazioni anche come canale di comunicazione. «Nei prossimi anni tutte le compagnie assicurative saranno sempre più attive sui canali online - spiega Arianna Destro, chief customer officer di Aviva in Italia -.
Oltre alle relazioni tradizionali tramite i diversi intermediari (agenzie, broker, istituti bancari e consulenti finanziari), vediamo un crescente interesse da parte dei clienti a interfacciarsi con noi tramite Facebook, Instagram e Twitter. Si tratta di canali efficaci perché caratterizzati da immediatezza, oltre che linguaggio semplice e facilmente accessibile».
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