Ora il sindacato vuol mettere le tute blu anche ai giornalisti

Un convegno alla Camera del lavoro di Milano ha visto la nascita di un’inedita alleanza tra i duri della Fiom e il sindacato della stampa

Antonio Signorini

da Roma

Un tempo c’era l’unione studenti-operai, ma quell’alleanza si ruppe presto perché gli interessi delle due categorie - come spiegano le cronache di quella strana stagione che furono gli anni Settanta italiani - erano troppo diversi. E anche perché i volantinaggi davanti alle fabbriche si rivelarono frustranti persino per i gruppettari più duri. Oggi quella generazione di studenti è cresciuta, ma il sogno di lottare a fianco delle tute blu non è scomparso.
Ieri, ad esempio, si è rimaterializzato sotto forma dell’inedita alleanza giornalisti-metalmeccanici nel corso di un incontro fra la Fnsi e la Fiom-Cgil che si è tenuto alla Camera del lavoro di Milano e intitolato «Un buon contratto per una buona informazione, una buona informazione per un buon contratto». Il sindacato unico dei giornalisti ha trovato diversi punti di contatto con i meccanici della Fiom, la federazione più dura della Cgil, la sigla più a sinistra del sindacato di sinistra. L’organizzazione che non ha firmato gli ultimi due contratti di lavoro distinguendosi dai metalmeccanici della Fim-Cisl e della Uilm-Uil.
Entrambe le categorie sono impegnate nella vertenza per il rinnovo del contratto e i rispettivi sindacati hanno proclamato scioperi. Contratti diversissimi - è stato precisato al convegno - ma entrambi «in panne per la presa di posizione ideologica delle controparti, la Fieg per i giornalisti e Confindustria per i metalmeccanici».
Ma ad accomunare cronisti e operai della Cgil non c’è solo una vertenza entrata nel vivo e le richieste di aumenti, come hanno spiegato Maurizio Zipponi, segretario generale della Fiom Milanese e il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi. I metalmeccanici, ha sottolineato il sindacalista milanese, non sono di fronte a «un conflitto tradizionale, ma a un tentativo di cambiare le regole del gioco quando il gioco è già iniziato. Si vogliono cambiare i diritti anche costituzionali dei lavoratori, ridurre il salario netto, aumentare la precarietà e la flessibilità in maniera incontrollata». Il riferimento è allo scambio «più flessibilità contro aumenti in busta paga» proposto da Confindustria e anche alla riforma della contrattazione. Due temi sui quali la Fiom e la Cgil sono in disaccordo con Cisl e Uil. Il sindacato cattolico vorrebbe infatti rafforzare i contratti aziendali e territoriali ridimensionando quello nazionale, mentre i metalmeccanici Uil sono disposti a parlare di orari più flessibili.
La Fnsi - secondo quanto emerso dall’incontro di Milano - ha deciso di sposare la linea della Fiom proprio su questi due controversi temi. «Nella gestione dei rapporti sindacali, ma anche su altri temi come l’organizzazione del lavoro, il salario, la precarietà - ha detto Serventi Longhi - le tendenze della nostra controparte sembrano le stesse, siamo sullo stesso fronte. C’è un attacco forsennato a tutti i diritti, alla busta paga, al sindacato, al contratto nazionale. Noi riteniamo che non si debba togliere una virgola dalle tutele del contratto nazionale».
Una presa di posizione precisa per il sindacato unico dei giornalisti. Forse un po’ troppo cigiellina tanto che il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti Giovanni Negri ha riequilibrato la discussione parlando di autonomia dei sindacati dalla politica e anche di unità tra le confederazioni. Il sindacato dei giornalisti, secondo Negri, potrebbe addirittura diventare un «terreno neutro e amico per un confronto» tra le organizzazioni di Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. La sede adatta, insomma, per «superare le attuali divisioni».

Divisioni aggravate dallo stop alle trattative per il contratto dei metalmeccanici deciso mercoledì, dovuto in gran parte all’intransigenza della Fiom su flessibilità e contratti. Ma questo dall’incontro di Milano non è emerso.

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