«La regione Piemonte amministrata dal governatore leghista Cota ha da poco deliberato i criteri delle soppressioni delle scuole diluendoli in tre anni. Perché anche la regione Liguria non si adegua, invece di tagliare tutto, di più e subito? Rivolgo un appello al presidente Burlando affinché si adegui a quanto sta facendo Cota». Da quando il capogruppo leghista Limoncini era passato all'Udc, la Lega Nord in Provincia non c'era. Da l'altro giorno c'è di nuovo. E spunta dai banchi del centrosinistra. Giuseppe Nobile, leghista per caso o per onestà intellettuale, consigliere di Sel, sul caso del «dimensionamento scolastico» e della soppressione di alcuni plessi scolastici, non ha peli sulla lingua. «Di 77 circoli didattici e scuole medie se ne dovevano sopprimere otto. Invece, sembrerebbe che a Genova ci sia già un piano per sopprimerne 15. - ha spiegato Nobile - Non si capisce perché la regione non difende la scuola pubblica e non pensa a dare risposte concrete, come ha fatto il presidente Cota, a quei lavoratori in attesa di perdere il posto e alle famiglie che non sanno dove manderanno i figli a scuola». «Le previsioni del ministero in provincia di Genova non saranno rispettate e a Genova saranno soppresse più di otto istituzioni scolastiche - ha confermato con amarezza l'assessore De Simone - il numero totale di istituti, purtroppo si ridurrà drasticamente. La Provincia fa solo da notaio, mentre a dettare le regole è la regione».
Dalla scuola, che ha provocato la spaccatura tra centrosinistra in provincia e quello in regione, ai Balletti di Nervi, che non ha fatto ballare i politici di Palazzo Spinola. «Abbiamo presentato una mozione per far riprendere il Festival d'eccellenza a Nervi - ha spiegato il Pdl Bianchini - ma alla fine la proposta ha suscitato il disinteresse della maggioranza, al punto che la discussione è stata interrotta per mancanza del numero legale.
«I Balletti erano un fiore all'occhiello per la città - ha detto il vice presidente del consiglio Barsotti - è auspicabile fare qualcosa per questa povera Genova».