«Ora sono tutti qui, ma prima?»

Il fratellino, Yuri, le porta il suo peluche preferito, un cagnolino. Ma Gaia ancora non può abbracciarlo. Oltre due ore è durato l’intervento chirurgico effettuato al San Camillo per bloccare un versamento alla milza.
Fortunatamente le sue condizioni sono buone anche se nell’impatto ha riportato un trauma cranico. «Chi le dirà che sua mamma non c’è più?» si domandano parenti e amici. Parole dure da parte del padre Giuseppe, operaio all’Auditorium: «Spero che queste morti non siano vane, se ne sono fregati tutti e adesso fanno a scaricabarile. Quella di oggi era una tragedia annunciata. Marzia era una bella donna e anche se da luglio eravamo separati, ne sono ancora innamorato».
Il padre di Marzia, Franco, è furioso: «Maledetti - inveisce - adesso sono tutti qui ma quando li abbiamo chiamati dov’erano?». Incredulo il fratello Luigi: «Accompagnava i due figli alla fermata, stamattina il maschio non è andato con lei perché aveva la febbre. Non riesco ancora a credere ai miei occhi e a quello che è successo». Sconvolta anche la piccola comunità romena: «Siamo amici - dice una di loro - Ionel e la moglie erano qui da sette o otto anni mentre le bambine sono arrivate in Italia solamente tre anni fa. Lui fa il muratore, lei faceva le pulizie.

Poveraccio, adesso ha la famiglia distrutta. Le bambine erano belle, bionde e vivaci». La gente del luogo accusa l’amministrazione: «Abbiamo fatto petizioni e raccolto firme per chiedere i dossi - spiega Alessia -. Qui corrono come matti».

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