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Ora lo sport si fa con il cervello In palestra per diventare geni

Moda, ma anche necessità, il Brain Fitness è l’ultima frontiera del benessere: dai centri sportivi ai rompicapo elettronici i modi per allenare la mente

Il cervello è un muscolo, se non lo allenate smette di funzionare: quante volte ce lo siamo sentiti ripetere da anziani professori che sembravano aver colto il senso dello studio come nessun altro? Oggi il concetto di brain fitness, ovvero allenamento della massa mentale, tonificazione della materia grigia e altra terminologia di tendenza, è diventato l’ultima frontiera oltre che degli studi neurologici, anche del marketing del gadget tecnologici e del fitness in generale, dapprima negli Stati Uniti e negli ultimi mesi anche in Italia. Lo dimostra il diffondersi di eserciziari per il cervello come La palestra della memoria (Salani, pagg. 192, euro 12) o manuali di «ampliamento e flessibilizzazione della mente» come Mente e creatività (Franco Angeli, pagg. 160, euro 24) a cui è allegato addirittura un programma per il computer che permette di applicare le tecniche di stimolazione mentale illustrate nel volume.
Lo dimostrano le nuove tecniche di fitness cerebrale adottate dalla palestre per mantenere vivi i muscoli del cervello, tecniche importate dagli Usa dove spopolano le teorie di brain fitness del dottor Robert Goldman, introdotte in Italia dal professor Massimo Dal Soglio: una serie di esercizi, individuali e di gruppo, che abbinano il rilassamento e potenziamento psicofisico ai movimenti corporei dolci e che dovrebbero aiutare a gestire lo stress, aumentare la creatività e acquisire maggiore concentrazione. Un esempio è il Masala Bhangra Workout, basato su musica e danza indiana, adottato tra i primi dal Club Conti di Milano e da quest’anno diffuso nelle palestre più all’avanguardia; altre discipline sono la Greek Wedding Dance, danza tradizionale greca più visualizzazione tantrica e la New Body Balance, che si ispira a diverse tecniche mind-body già note, tra cui power yoga, tai chi, alexander.
Lo dimostra il moltiplicarsi on line dei siti che propongono giochi, indovinelli ed esercizi per tonificare la mente - alcuni indirizzi: www.palestredellamente.it; www.logicando.it - e il successo di uno dei giochi che ha invaso Italia ed Europa e ha spopolato a Natale, il Brain Fitness della giapponese Nintendo, andato a ruba tra chi era alla ricerca del trainer mentale per un adolescente pigro a scuola, per un amico di mezza età che perde colpi nelle prove di memoria o semplicemente per se stessi, visto che ci si è appena scoperti afflitti da «stitichezza del cervello», magari dopo aver fallito l’ennesimo cruciverba o rebus della Settimana Enigmistica.
Lo diceva già Pascal: «Gli scacchi sono la palestra della mente». Fin qui perciò niente di nuovo: un gioco, nuovi modi divertenti per passare qualche ora del proprio tempo libero. Ma dietro a tutto questo c’è un filone di studi neurologici che sta avendo enormi sviluppi. Basti pensare ad esempio che il giochino della Nintendo nasce dalla ricerca del professor Ryuta Kawashima e dell’Università giapponese di Tohoku sulle relazioni tra cervello umano e mente e sulla sua applicazione nel welfare sociale e nell’educazione. «Quanti anni ha il tuo cervello?» è lo slogan del gioco che in Giappone ha già venduto oltre un milione e mezzo di esemplari, vanta già numerosi tentativi di imitazione, tutti basati sullo stesso principio: stimolare i neuroni in sfide veloci che coinvolgono una miscela di aritmetica, lettura e test di memoria e calcolare di conseguenza l’età mentale del giocatore.
Per quale motivo l’età mentale e l’allenamento del cervello sono diventati d’un tratto così importanti? Qualche giorno fa il New York Times ha azzardato una risposta: il tentativo delle scienze neurologiche è offrire programmi mentali sempre più sofisticati, fino ad arrivare alla realizzazione di una fonte cognitiva di «eterna giovinezza» del cervello.
Mantenere la mente attiva, migliorare di continuo la capacità di concentrazione, leggere, allenarsi a ricordare nomi e cifre, sfidare la mente con giochi e indovinelli, osservare una dieta per il fitness mentale a base di salmone e frutta secca, o anche solo camminare e cimentarsi spesso in giochi da tavolo, permetterebbe, all’interno di un programma ben strutturato, di diminuire sempre di più la propria età mentale, fino ad un vero e proprio ringiovanimento e soprattutto a prevenire le malattie degenerative del cervello, prima fra tutti l’Alzheimer. Anche se, come spiega il dottor Marilyn Albert, direttore del dipartimento di neuroscienze cognitive alla Johns Hopkins University, «Al momento non siamo ancora in grado di dire a qualcuno che siamo certi che dopo aver fatto un chilometro al giorno per sei mesi o essersi cimentato nei puzzle, il suo cervello funzionerà meglio e ricorderà sempre dove ha messo le chiavi». Come dire che l’unico modo per saperlo è provare.

Al massimo ci saremo divertiti.

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