Querela e controquerela. Il fondatore di Emergency Gino Strada coglie l’occasione di una conferenza stampa convocata a Milano per annunciare di aver sporto denuncia, a titolo personale e in nome dell’organizzazione, contro i quotidiani il Giornale e Libero. Strada, mostrando due prime pagine del Giornale uscite nei giorni dell’arresto dei tre operatori di Emergency in Afghanistan, ha detto tra l’altro che «si è scatenato il giornalismo spazzatura». Parole che hanno spinto poche ore dopo la Società Europea di Edizioni, editrice del Giornale, ad annunciare una controquerela facendo riferimento a «pesanti e intollerabili giudizi diffamatori».
La conferenza stampa di ieri è stata tra l’altro la prima uscita pubblica di Marco Garatti, Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani, rientrati in Italia mercoledì alcuni giorni dopo la liberazione da parte delle autorità afghane. I tre operatori di Emergency erano stati sentiti a Como subito dopo il loro rimpatrio su disposizione del magistrato titolare del fascicolo che era stato aperto all’indomani dell’arresto dei tre in Afghanistan. Ieri Garatti e Dell’Aira erano in compagnia di Strada e della figlia Cecilia, presidente di Emergency, durante la conferenza stampa, mentre Pagani partecipava in videoconferenza dalla sede romana dell’organizzazione.
Ieri mattina Strada ha cominciato annunciando «un breve commento sulla notizia di ieri» (ossia giovedì), cioè l’apertura di un’indagine da parte della Procura di Roma «per calunnia aggravata e continuata ai danni di Emergency». Subito dopo ha mostrato una copia del Giornale del 12 aprile con il titolo che parla di «Confessioni choc» e ha aggiunto di considerarlo «giornalismo spazzatura» in quanto nel testo veniva poi precisato che a differenza di quanto sostenuto del Times i tre non avevano confessato; poi ha mostrato anche il Giornale del 17 aprile con un altro titolo di prima pagina relativo alla denuncia afghana di presunte intercettazioni che avrebbero messo nei guai Marco Garatti; e ha concluso esibendo ai giornalisti una finta prima pagina del Giornale con il titolo che «su questa spazzatura» (sue testuali parole) a suo avviso avrebbe dovuto essere pubblicato («Liberi, sono innocenti») «nella stessa posizione e con lo stesso spazio». Strada ha chiosato il tutto aggiungendo: «Ovviamente la spazzatura non lo farà. Andranno avanti a fare il loro sporco mestiere».
Quindi l’annuncio della denuncia a carico non solo del Giornale, ma anche (sempre parole testuali di Gino Strada) dell’«altra mini spazzatura chiamata Libero». Strada ha continuato definendo molto significativa l’iniziativa della Procura romana di aprire un fascicolo contro ignoti per la vicenda, perché «avevamo detto fin dall’inizio che si trattava di una montatura e di un tentativo di screditare Emergency». Ma ha aggiunto che se è «in qualche misura comprensibile che gli afghani implicati nella vicenda siano ignoti», «quelli nostrani sono invece notissimi» (e qui ha sbandierato nuovamente una copia del Giornale) e ha precisato che «mi piacerebbe molto che venisse aperto un fascicolo anche contro noti, con le stesse imputazioni». Hanno fatto seguito i ringraziamenti anche a nome di Garatti, Dell’Aira e Pagani «a tutti quelli che si sono interessati per arrivare a una rapida soluzione» della vicenda, tra cui ha nominato il ministero degli Esteri, lo stesso ministro Frattini e la diplomazia italiana. Strada ha pure ringraziato il capo dei servizi afghani Amrullah Saleh, «che ha preso in esame le cosiddette accuse che da noi la stampa-spazzatura dà per notizie considerandole per quello che sono, cioè spazzatura».
Dopo tutto questo, la società editrice del Giornale ha reso noto di aver «dato mandato ai propri legali di intraprendere ogni e più opportuna azione a tutela della propria reputazione ed immagine professionale nei confronti del signor Gino Strada che questa mattina, durante la conferenza stampa di Emergency, si è espresso nei confronti della testata con pesanti e intollerabili giudizi diffamatori».
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