Un'idea che piacerebbe di certo anche ai nostri ristoratori e albergatori e che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, approverebbe. È quella del presidente francese Nicolas Sarkozy di abbattere l'Iva per i gestori di ristoranti (dall'attuale 19,6% al 5,5%) in cambio della promessa di ridurre i prezzi. Anche se il turismo italiano preferisce mettere in campo altre armi per affrontare la stagione che sta per cominciare. Le vacanze ai tempi della crisi saranno incentivate da un'offerta più varia e da prezzi più convenienti.
Sottosegretario Brambilla, crede che un provvedimento simile a quello francese potrebbe servire al turismo anche in Italia?
«Certo che servirebbe ed è una delle misure che da tempo viene sollecitata anche dalle nostre imprese turistiche. Se fino ad ora questo provvedimento non è stato adottato da noi è perché esiste una precisa direttiva europea che stabilisce che la riduzione di un'imposta, in questo caso l'Iva, può essere decisa da un governo solo nel caso in cui, nel rispetto del principio della libera concorrenza, venga applicata alla generalità delle imprese. Se invece viene decisa per un singolo settore, questa riduzione va configurata come aiuto di Stato sanzionato dall'Ue. Inoltre occorrerebbe collaborare con le associazioni di categoria per programmare un'effettiva riduzione dei prezzi. Comunque ha fatto bene Sarkozy a porre un problema che si trascina da troppo tempo e che varrebbe la pena di affrontare in sede europea».
Quali sono le previsioni per l'imminente stagione turistica?
«Il dato incoraggiante è che per il ponte del 1° maggio, secondo un sondaggio della Federalberghi, quasi 6,5 milioni di italiani, il 33 per cento in più rispetto all'anno scorso, hanno deciso di fare una vacanza. Significa un giro d'affari di circa un miliardo e 400 milioni di euro, cioè il 14 per cento in più del ponte di maggio 2008. Per la stagione estiva è ancora prematuro fare previsioni, ma sono ottimista, perché il settore sta mostrando una buona capacità di reagire, proponendo itinerari, pacchetti, offerte last minute e prezzi molto convenienti».
In Italia sono allo studio altre misure per incentivare il turismo? Oltre alla ristorazione quali sono i settori strategici su cui puntare?
«Innanzitutto abbiamo realizzato un piano di promozione dell'Italia sui mercati esteri particolarmente aggressivo. Ma è tutto il sistema dell'offerta che oggi deve essere più aderente alle esigenze del mercato, a partire dalla varietà, dalla qualità e dai prezzi: lavoriamo con Regioni e imprese in questo senso.
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