Cultura e Spettacoli

Ora Wikipedia revoca la democrazia

L’enciclopedia del web è uno dei siti più cliccati al mondo. Ma gli errori e gli atti vandalici sono troppi Così la versione inglese istituisce un pool di esperti a guardia delle singole voci. È la fine di un’utopia?

Ora Wikipedia revoca la democrazia

La più grande utopia del web libero sembra avere le ore contate. O meglio se il web è la Frontiera, il Far West della contemporaneità, qualcuno sta pensando che anche nei territori più open source, quelli denominati wiki, è meglio avere degli sceriffi più efficienti.
Il caso più clamoroso è quello relativo a Wikipedia, l’enciclopedia libera le cui voci vengono aggiornate in forma anonima e gratuita dagli stessi utenti della rete. Si tratta ormai dell’oracolo culturale più consultato del mondo (ha ampiamente superato i 275 milioni di accessi al mese). A tenerlo in vita è una sorta di comunità virtuale e un po’ misteriosa. A partire dal nome che sembra preso dai Viaggi di Gulliver: wikipediani. Bene, per anni i wikipediani, gente che lavora gratis, per compilare migliaia di pagine (solo la versione italiana ha più di 599mila voci) hanno lasciato grandissima libertà ai singoli compilatori.

L’esattezza delle voci era, sino ad oggi, affidata solo a dei princìpi guida chiamati wikiquette a cui i compilatori devono attenersi nel fornire informazioni sui più diversi argomenti. Princìpi che nella versione italiana dell’enciclopedia sono sintetizzati da una sorta di preghiera del wikipediano modello: «Che io possa... / avere serenità per accettare le pagine che so di non poter scrivere / avere la forza di scrivere quelle che so di poter scrivere / avere la capacità di saper distinguere tra le due». Solo in caso di palese violazione delle regole intervenivano gli amministratori: utenti esperti autorizzati a bloccare la voce e decidere, dopo aver aperto un forum di discussione, come modificarla e quali passi escludere.

Questo controllo a posteriori, soprattutto in Paesi come l’Italia in cui gli amministratori non sono tantissimi, ha però creato un sacco di problemi legati alle voci relative ai viventi. Un po’ perché i viventi sono, per natura, più soggetti a essere oggetto di controversia, ad avere amici e nemici, un po’ perché rispetto ai morti hanno meno difficoltà a fare querela. Così, dopo ripetuti casi di errore clamoroso, spesso al limite della diffamazione, si è arrivati al redde rationem. Il primo a intervenire è stato il portale tedesco di Wikipedia che ha stabilito che, per quanto riguarda i contributi relativi a persone ancora in vita, prima che qualsiasi modifica vada on line quest’ultima deve essere approvata da un amministratore o da un «editor» esperto.

Il sistema verrà adesso esteso, nel giro di poche settimane, anche alla versione in lingua inglese di Wikipedia per iniziativa della Wikimedia Foundation, la fondazione non profit, con sede a San Francisco, da cui dipende l’enciclopedia. Il presidente di Wikimedia, l’avvocato Michael Snow, non vede alternative: «Non è più accettabile procedere con il sistema attuale. C’è stato un tempo in cui la comunità on line chiudeva un occhio su certe cose... Ora c’è molta meno tolleranza». E la stretta è provocata anche dall’enormità dei numeri che si muovono attorno all’enciclopedia libera nella sua versione in lingua inglese. Un solo semplice esempio: la voce su Michael Jackson è stata visitata, dopo la sua morte, trenta milioni di volte, sei milioni delle quali solo nelle prime ventiquattro ore. Non tutti però vedono di buon occhio l’idea di creare una divisione tra utenti di serie A e di serie B. E c’è chi mette in dubbio che questi «sceriffi» volontari (in Germania ne hanno reclutati 7.500) siano davvero efficaci. Ad esempio, la community dei wikipediani italiani ha dei fortissimi dubbi in proposito.

Ecco cosa ci ha detto Luca Sileni, vice presidente di Wikimedia Italia e storico amministratore di Wikipedia: «È dal 2007 che si discute di scelte di questo tipo. In Italia, per adesso, la comunità di iscritti a Wikipedia non vuole mettere in atto controlli di questo genere. Ci sembrano contrari allo spirito con cui è nata l’enciclopedia». Non è che i wikipediani tricolori siano meno preoccupati di quelli a stelle e strisce dei molti abusi che si verificano, temono solo che la cura sia peggiore del male. Secondo Sileni: «Il rischio sulle voci di personaggi famosi ancora in vita sono le modifiche non neutrali, a volte fatte dalla stessa persona che è citata nella voce. Non si tratta di semplici vandalismi facilmente riconoscibili. Quindi se si decide che un utente esperto verifichi sulle medesime dovrebbe essere esperto davvero. Non basta dare una possibilità di controllo a qualcuno che è iscritto a Wikipedia da qualche mese e che ha fatto un certo numero di contributi validi. Il risultato del modello tedesco è solo quello di far invecchiare le voci perché non si fa in tempo ad aggiornarle abbastanza in fretta. E i rischi restano quelli di prima. Su casi controversi come questi la cosa che funziona di più è l’attuale sistema con i forum di discussione». Sistema che, però, quando il giornalista Pietrangelo Buttafuoco è stato falsamente accusato sul sito, senza fonte alcuna, di essere nazista, ci ha messo troppo a mettersi in funzione: ben otto giorni. E non è l’unico caso.
Tutti temi che renderanno rovente Wikimania 2009, l’incontro annuale che riunisce molti dei wikipediani sparsi in giro per il mondo (si è aperto ieri a Buenos Aires). Non sono solo gli italiani, infatti, ad aver dubbi sulla svolta. È però improbabile che la fondazione americana, quella che di fatto ha il controllo sui server che fanno funzionare i siti, cambi idea.

Gli errori o i vandalismi che hanno causato contestazioni stanno diventando troppi e troppo grossi: le voci relative a Britney Spears e al presidente Obama sono già state messe «sotto protezione» da un pezzo.

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