Ore 4, fuga dal reparto in fiamme per una sigaretta

Ci sono due modi per affrontare il problema dei profughi. Il primo è quello scelto dal Comune di Genova che, senza consultare praticamente nessuno, ha convocato una conferenza stampa per dire che sarebbero stati ospitati in tre edifici che sono in disarmo da parecchio e per cui non ci sono mai stati i soldi per restaurarli e restituirli agli abitanti dei rispettivi quartieri, anche se sarebbero di un’utilità straordinaria.
Invece, all’improvviso erano stati trovati i soldi, statali, ed è stato annunciato in pompa magna che i profughi tunisini sarebbero andati nello splendido edificio dell’ex scuola di via Palazzo della Fortezza a Sampierdarena; nel bel palazzo che ospitava il Marco Polo in piazza Nievo a Quarto e nell’ex palestra Idrocarburi di via Robino a Sampierdarena. E, immediatamente dopo, sarebbe venuta la scelta di piazza Palermo alla Foce, nell’ex Nautico. Tutte zone in pieno centro abitato, tutte zone circondate da case e palazzi, tutte zone vicinissime a decine di scuole, di ogni ordine e grado, dagli asili alle vespertine. Tutte zone, ovviamente, sbagliatissime.
In questo quadro, non abbiamo, ovviamente, detto no all’accoglienza. Ma chiesto che si ripensassero completamente le scelte del Comune e venissero proposti siti che non fossero in mezzo a case e scuole. E, su questa linea del dialogo e della ragionevolezza - non del razzismo come viene comodo dire a qualcuno, ma nemmeno del razzismo al contrario che si scatena quando qualcuno ha la geniale idea di fare scelte senza consultare i cittadini e soprattutto senza pensare alle conseguenze che possono avere - dalle colonne del Giornale abbiamo lanciato l’appello a un altro modello di accoglienza, che scegliesse per i profughi siti meno centrali, come ad esempio Forte Begato per cui sono stati spesi 22 milioni di euro di soldi pubblici negli ultimi anni. Qualcuno, come il Municipio Centro-Ovest, quello di Sampierdarena e San Teodoro, ha immediatamente raccolto l’appello: tutti i capigruppo, Lega compresa, hanno sottoscritto un documento che propone come sito alternativo l’ex ospizio Scaniglia-Tubino, che è sì a Sampierdarena, ma in una zona meno popolosa.
E anche la politica si è mossa: la linea che abbiamo proposto dalle colonne del Giornale di Genova e della Liguria è stata accolta dal segretario provinciale del Partito democratico Victor Rasetto, che ringraziamo per aver proposto un dialogo fra tutte le forze politiche, da Rifondazione alla Lega, per studiare siti meno impattanti per i profughi. E sia il Carroccio in tutte le sue declinazioni genovesi, sia il Pdl grazie alla linea del dialogo e dell’ascolto portata avanti dal coordinatore metropolitano Giorgio Bornacin, hanno accolto l’invito lanciato da Rasetto da queste pagine. E qualcosa si è mosso, come sempre si muove quando si muovono esponenti illuminati del Pd, come il tesoriere Giovanni Raggi o lo stesso Rasetto in questa occasione.
Certo, poi, ad esempio Claudio Burlando non ha capito bene la vicenda - stranamente poco informato, lui sempre informatissimo su tutto - e ieri ha attaccato il Pdl per le raccolte di firme, subito rintuzzato dal capogruppo azzurro Matteo Rosso, a cui giustamente non piace farsi dare lezioni di moderatismo, che ha spiegato che lui diceva semplicemente no ai profughi in mezzo ai quartieri.

Così come hanno attaccato, non sapendo bene di cosa parlavano, gli esponenti di Sinistra e libertà.
Ma, per l’appunto, al di là di queste polemiche, questa storia dimostra una cosa: c’è chi parla e c’è chi si parla. I secondi ottengono molto di più.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica