Originale nel moderno e nell’antico

Non arriva alla quarantina, è vercellese e non si fa troppa pubblicità. Se ci fosse ancora il cinema muto, potrebbe essere il re dei sonorizzatori che improvvisano al pianoforte, per la mobilità di adeguarsi alle situazioni contrastanti di tutti i tipi. Udito in uno spettacolo teatrale, accompagnava benissimo la nostra partecipazione di spettatori, chiarendo e stimolando. Emette molte note, e sfrutta gli abbellimenti in funzione ritmica con molta facilità. Quando si scatena, l’effetto è assolutamente naturale.
Potrebbe essere un protagonista quando finalmente il teatro che inventa - da distinguere attentamente, caso per caso, dal teatro d’avanguardia - prendesse l’abitudine di nascere come espressione di gruppo, e ci raccontasse delle storie.
La sua conoscenza del repertorio classico anche antico si è mescolata con l’esperienza a contatto di eccellenti cantanti della musica leggera; così, ha imparato a non buttare mai via nulla, cercando costantemente di rendere prezioso ogni momento espressivo. Conforta, nell’ascoltarlo, la sensazione di non partecipare a un prodotto musicale di cucina internazionale, ma di sentire una sua originalità civile e nativa.

Ha affrontato al clavicembalo musiche di molti tempi, con una libertà tecnica e stilistica, per nulla preoccupato da timori filologici, ma con una coerenza che rivela di aver assimilato a modo suo uno studio preciso e attento.

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