Orlando, Sandrelli & co. Per il primo ciak non è mai troppo tardi

da Roma

Evidentemente le gratificazioni di tutta una vita professionale non bastano. Oppure l’idea di cambiare ruolo è l’unico modo per andare avanti e non guardare sempre indietro. Ma forse, più semplicemente, è il desiderio intimo di raccontare storie diverse, in qualche caso autobiografiche, a muovere tutta una generazione di attori over 50 impegnati in questi mesi nel passaggio dietro la macchina da presa.
È il caso di un poker d’interpreti equamente suddivisi tra i due sessi: Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Silvio Orlando e Giancarlo Giannini. Quest’ultimo, più di 130 film alle spalle tra cui la nomination all’Oscar per Pasqualino settebellezze di Lina Wertmüller, in realtà aveva già esordito al cinema nel lontano 1987 con Ternosecco ma, trattandosi di un intervallo così lungo, Giannini stesso parla di un (ri)debutto: «In tutti questi anni mi sono state proposte delle regie ma ho deciso di aspettare la storia giusta. È la vicenda, allucinata e strana, di un italiano ambientata in Canada e ispirata a un fatto reale che voglio raccontare da trent’anni. Protagonista un uomo, una sorta di antieroe dei giorni nostri, che cerca di sopravvivere in un mondo pericoloso. Il suo incontro con una donna misteriosa lo spinge in una storia d’amore assoluta, alla Duello al sole». Ti ho cercato in tutti i necrologi, questo il titolo del film, è tratto da un soggetto di Lorenzo Cairoli e prodotto dalla Dean Film grazie anche a un contributo di un milione e mezzo di euro del ministero per i Beni culturali. Le riprese inizieranno nel 2009 tra Italia, Canada e Arizona e nel cast, oltre allo stesso Giannini, troveremo F. Murray Abraham, «uno degli attori più bravi del mondo e di cui ho la fortuna di essere amico».
Stefania Sandrelli sarà impegnata invece unicamente dietro la macchina da presa per il film che girerà all’inizio del prossimo anno su Cristina da Pizzano (L’ultima strega il titolo possibile), prima donna a essere «uomo di lettere» nella Francia del ’300, celandosi in abiti maschili a un concorso per scrittori. «Lei da giovanissima - ha raccontato la Sandrelli - si è trovata a Parigi alla corte di Carlo V ed è diventata una delle donne che più hanno contato a quel tempo. Il film è incentrato su un decennio particolare della sua vita». Sceneggiato dalla stessa Sandrelli con Giacomo e Furio Scarpelli, il film è accompagnato da un contributo ministeriale di un milione di euro. Gerard Depardieu, Margherita Buy, Ottavia Piccolo e Daniel Ezralon compongono il cast della storia su cui la Sandrelli lavora da tre anni: «Ci sono riuscita solo grazie alla mia cocciutaggine».
Stesse motivazioni, probabilmente, di un’altra grande signora del cinema, Fanny Ardant che due settimane fa ha battuto in Romania il primo ciak di Cendres et sang (Ceneri e sangue, uscita prevista in Francia in maggio), di cui ha scritto anche la sceneggiatura, ispirata al saggio Eschilo, il gran perdente di Ismaïl Kadaré, che racconta la storia di Judith, una donna (interpretata dall’israeliana Ronit Elkabetz) che cresce da sola i tre figli dopo l’assassinio del marito. In occasione di un matrimonio in famiglia, decide di tornare nel suo paese dopo 18 anni di assenza, risvegliando vecchie rivalità tra clan.
C’è curiosamente un altro attore/regista dietro il debutto alla regia di Silvio Orlando. Si tratta di Michele Placido che, rimasto affascinato da un soggetto dello stesso Orlando e di Domenico Starnone, produrrà L’orfano, storia di un bambino nella Napoli degli anni Settanta costretto a crescere senza madre.

Silvio Orlando, che dovrebbe iniziare le riprese la prossima primavera, rivela: «Ho preso spunto dalla mia esperienza personale per scrivere il soggetto ma la sceneggiatura potrebbe virare anche su altri aspetti, come le difficoltà che un attore incontra nel corso della sua vita». Doppiamente autobiografico.

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