Ginevra - Inutile aggrapparsi alla buona stella. Cannavaro ha già dimostrato che non funziona. Evitiamo di pensare a qualche effetto arbitrale: il solito rigorino o il golletto in fuorigioco contestabile. Non è aria. Eppoi proprio noi! L’altro giorno un giornalista svizzero ha spiegato ad un collega italiano: ogni settimana ci fate una testa grossa così con arbitri, moviole e spiegazioni su mani alte, entrate da dietro, ecc. Lasciate che anche noi contestiamo a modo vostro. Nel senso: gli allievi hanno superato i maestri. Dunque le contestazioni spettano agli altri, voi subite. Ed infatti ieri il segretario Uefa ha zittito tutto il chiacchiericcio del cortiletto italiano sul gol di Van Nistelrooy: il gol è valido e poche storie. Un altro segnale. Meglio seguire il consiglio di Van Basten: «L’Italia ha talmente tanti uomini di classe che certamente reagirà». Ovviamentesi riferiva agli attaccanti, non ai difensori. E, invece, proprio dalla difesa dovrà ricominciare la ricostruzione di Donadoni. Pochi giorni per giocarsi la soluzione ai dadi, a dimostrazione che siamo in brutte acque. Quale coppia mettere al centro? Improponibile rivedere sia Barzagli sia Materazzi, non restano che Chiellini e Panucci, alla faccia dell’eccessiva foga dell’uno e delle distrazioni dell’altro. Ma il problema non è tanto: chi gioca? Quanto: come giocare? Una squadra che conosce i suoi limiti difensivi dovrebbe proteggersi con un centrocampo solido. Una squadra costretta a vincere ad ogni costo, dovrebbe fortificarsi con giocatori di classe. Insomma i panchinari di ieri, potrebbero diventare i titolari di domani.
L’Italia deve rischiare ed allora ci sarà bisogno di assist veri per Toni. Chi meglio di Cassano? Ma se il nostro Gulliver si ritrovasse imprigionato nella tela dei nanerottoli romeni, servirebbero la classe, la personalità e la freddezza di Del Piero più dell’acqua e sapone di Di Natale. Forse l’Italia ha fatto l’Olanda più grande di quanto è. Però è vero che buona partedella nostra squadra non ha giocato da squadra e qualcuno si è perso in una dimensione non ancora sua. Oggi la nazionale è nella infelice condizione del dover rischiare ad ogni costo per raccattare la vittoria che la spingerebbe ad un’altra roulette russa contro la Francia. Servono tre qualità: solidità, reattività, incisività. Ci vuole un muro a centrocampo, perché i romeni hanno dimostrato di essere coriacei, non altrettanto pericolosi in zona gol. Donadoni ha fatto strabuzzare gli occhi a mezzo mondo quando ha deciso di puntare sui milanisti, lasciando De Rossi in panchina.
Una stramberia, quest’anno il centrocampo romanista è stato il migliore per qualità e gioco. Eppure DeRossi, Aquilani e Perrotta sono rimasti a guardare. Controsenso senza controprova. Se gli errori servono, stavolta il ct potrebbe affidarsi a quei tre, lasciando a dormire i milanisti affannati e appannati. Oppure, più logico, può ripescare De Rossi ed accoppiarlo a due rossoneri. Per sua indole, Donadoni non vede insieme Pirlo e De Rossi. Se gioca Cassano, non ci sarebbe nulla di male nel concedere al capo indiano milanista l’onere della panchina. Tra le tante (o poche) idee una sola certezza: serve un muro a centrocampo per proteggere la difesa (Zambrotta e Grosso sono ugualmente da brivido in fase difensiva).
Serve gente dalla freddezza del killer in attacco: sono rimaste poche cartucce da sparare. Donadoni ce l’ha scritto in faccia: non è un giocatore d’azzardo. Ma tanto vale provare una sera da leone con Cassano, che ritrovarsi con cento rimpianti da coerente chierichetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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