Oro e bianco, l’ultima sfida artistica di Patrizia Molinari

Si apre domani negli spazi di Palazzo Chigi a Viterbo la personale di Patrizia Molinari curata da Mirella Bentivoglio. L’artista presenta al pubblico dieci fotografie di paesaggi innevati sui quali è intervenuta con l’oro, che saranno messe a confronto con una grande opera del 1985 Lindos, in cui la pittura ad olio e acrilico viene arricchita di colature e segni dorati. E ancora, una fotografia bianca di un lago salato, Tuz Golu, a dialogo con un quadro del 1990 intitolato Neva. Sarà presente inoltre l’installazione di pietre di tufo e fibre ottiche Cassiopea del 2000 e una serie di Sassi segreti in vetro di Murano, soffiati a canna volante con inclusioni di oro zecchino, con i quali ritorna il concetto di luce e di oro. La fotografia, rielaborata e personalizzata, ultima frontiera della ricerca di questa artista che vanta un carriera di tutto rispetto con premi e riconoscimenti, si accosta ad opere simbolo del lavoro passato, a dimostrare la costante ricerca su temi a lei cari.

Come ricorda la curatrice, da un quarto di secolo Patrizia Molinari ha eletto il bianco a suo segno distintivo ma soprattutto, dopo Malevic, è «l’unico artista che, sulla linea del grande russo, abbia concretamente, accuratamente dipinto il noncolore vibrandolo per sottrarlo all'invisibilità; l’unico che sfidando il rischio dell’incomunicabilità abbia regolarmente dipinto il bianco per sovrapposizione di strati di pigmento sulla tela. Ad attestare che non si trattava per lei di una sottrazione, un rifiuto, una cancellazione, ma di una affermazione rigorosamente consegnata a un codice millenario». La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 21 giugno.

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