Cronaca locale

Gli Orsetti conquistano i bambini

Uno scenario essenziale per gli attori danzatori

Gli Orsetti conquistano i bambini

Matteo Failla

In un mondo che corre a folle velocità, nel groviglio della tecnologia e delle nuove invenzioni robotiche, rifugiarsi per un attimo in un una parola come «orsetto» ha il duplice ruolo di ributtarci nel passato e di donarci, forse, un certo senso di sicurezza.
Se è così ci si potrebbe allora «mettere al sicuro» quest’oggi all’Elsinor Teatro Sala Fontana per assistere a Orsetti, una produzione del Teatro dell’Angolo curata, per quanto riguarda l’ideazione e i movimenti coreografici, da Mariachiara Raviola. È con questo titolo che prosegue la rassegna Domenica in Fontana, dedicata ai bambini dai 3 ai 7 anni, che anche in questo caso offre uno spettacolo a posti limitati, sessanta, com’era stato per Il viaggio di Girafe dello scorso weekend.
«La storia che abbiamo voluto raccontare - spiega Mariachiara Raviola - è molto semplice, universale: si tratta dell’avventura che tutti i peluche vivono dal momento in cui vengono al mondo, cioè vengono regalati o tramandati di generazione in generazione ai loro piccoli padroni. Così Orsetto, come un qualunque bambino, si trova a fare l’esperienza di nascere e, soprattutto, di crescere».
In uno scenario essenziale, avvolti da una musica giocosa e intrigante, compaiono sul palco gli attori-danzatori che assieme agli orsetti danno vita a un mondo in cui, come nei pensieri e nei giochi dei bambini, l’azione segue una logica propria, ricca di colpi di scena.
«Orsetti potrebbe essere definito come uno spettacolo di teatro-movimento - continua Raviola - in cui la parola è poco presente e dove, pur mantenendo la naturalezza del gesto e dell’espressione, le azioni sono inserite all’interno delle frasi musicali. In un certo senso si potrebbe fare un paragone con il cinema muto».
Ma lo spettacolo non è un semplice frutto della fantasia fine a se stesso, bensì il risultato di un assiduo lavoro di ricerca durato molto tempo. Orsetti nasce infatti da un lavoro di osservazione dei bambini e dal recupero dei ricordi d’infanzia degli stessi autori ed interpreti dello spettacolo. Uno studio condotto attraverso laboratori sul tema dell’oggetto transizionale nelle Scuole per l’infanzia, attraverso sperimentazioni dello spettacolo in fase di creazione, disegni dei bambini, che hanno permesso di identificare i momenti salienti da portare in scena.


E grande attenzione è stata data anche al percorso di crescita del piccolo spettatore, con l’inserimento di riferimenti ad elementi del lavoro psicomotorio ed espressivo-corporeo.

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