Ci sono il cardo e il decumano, perché anche il futuro si declina tenendo ben presenti le regole auree della città romana. Insuperabile esempio di sapienza e urbanistica disegnata a misura d’uomo e non di profitto. «Così - spiega Stefano Boeri, uno dei componenti della Consulta architettonica dell’Expo - il visitatore si potrà orientare in quello che sarà un vero e proprio orto botanico planetario». Con gli studiosi che, nella serra del settore tropicale arido, potranno dimostrare come si vince la sfida di produrre cibo anche lì dove oggi sembra impossibile. E daranno significato ai tanti progetti di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo che il Comune sta già avviando.
Su il sipario. Ecco finalmente l’Expo del 2015, il progetto «visionario» che ha già sedotto Vicente Gonzales Loscertales, segretario generale del Bie, l’organismo internazionale che a novembre dovrà dare il via libera definitivo. E finalmente Milano potrà aprire i cantieri e «passare dalle polemiche ai colpi di piccone», come dice il viceministro Roberto Castelli. Ieri, al teatro Stehler, la presentazione con il commissario Letizia Moratti, la presidente di Expo Diana Bracco e l’ad Lucio Stanca, i ministri Michela Vittoria Brambilla e Ignazio La Russa, i viceministri Castelli e Paolo Romani, il governatore Roberto Formigoni, il presidente della Provincia Guido Podestà e quello della Camera di commercio Carlo Sangalli. Sul mega schermo il progetto messo a punto sotto la direzione dell’ingegner Renzo Gorini (che racconta del «56 per cento dell’area destinato a verde e acqua») insieme all’architetto Matteo Gatto, responsabile dell’Ufficio di Piano con sede alla Bovisa. «Expo 2015 - spiega Stanca - sarà un’esposizione moderna, che guarda al futuro, ricca di contenuti e visioni innovative». Un esempio? «Il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” pervaderà tutti gli aspetti della nostra esposizione, a cominciare dal sito espositivo. Non ci sarà separazione tra contenitore e contenuto, perché il contenitore è già espressione del contenuto». A Shanghai, l’Expo che si inaugura tra pochi giorni, non sarà così spiega chi ha già visto l’allestimento. Un quadrato relativamente piccolo con lo svolgimento dell’argomento scelto dal Bie e poi enormi distese di padiglioni tipo grande fiera di inizio Novecento. Con Paesi e sponsor a caccia di pubblicità. A Milano, invece, gli organizzatori promettono che nessuna concessione sarà fatta al business.
Tutta l’area a Rho-Pero sarà modellata come un unico paesaggio, un’isola circondata da un canale d'acqua e strutturata intorno a due assi perpendicolari di forte impatto simbolico: il cardo e il decumano della città romana. Sul grande boulevard centrale lungo un chilometro e mezzo, con un tavolo apparecchiato per assaggiare i prodotti di tutto il mondo, si affacceranno i lotti assegnati ai Paesi partecipanti: ogni diciotto metri un nuovo Paese, con profumi e sapori diversi. Un’area espositiva da 110 ettari, sei aree eventi, un anfiteatro da 8mila posti, dodici aree di ristoro e un lago con un diametro di 97 metri. Grande come lo stadio di San Siro. Un’Expo «ecosostenibile e democratica», spiega l’architetto Richard Burdett che è anche consulente per l’architettura del sindaco di Londra. Per la prima volta sarà garantita un’eguale rappresentanza a tutti i Paesi, offrendo la possibilità di fornire il proprio contributo allo sviluppo del tema e liberandoli dall’ossessione di costruire un padiglione più bello del vicino. Negli stand dovranno mostrare i processi di produzione agricola, le tecnologie, la ricerca nel settore alimentare, l’eccellenza della filiera.
Perpendicolarmente al decumano, il cardo lungo il quale si trovano i lotti assegnati all'Italia, alle sue regioni, città e province. Il punto di unione dei due assi, una grande piazza di oltre 4mila metri quadrati, è il centro virtuale dell’intero sito e costituisce il luogo in cui il mondo e l'Italia simbolicamente si incontrano. Palazzo Italia, situato a nord del Cardo, è il luogo dell'accoglienza italiana, dove verranno ospitate le cerimonie ufficiali e dove saranno accolti i Paesi partecipanti e le loro delegazioni. Il Palazzo si affaccia su un grande specchio d'acqua. Luogo dedicato agli eventi di intrattenimento, Lake Arena può accogliere fino a 24mila persone e ospitare giochi d'acqua, fuochi pirotecnici, installazioni artistiche e spettacoli su piattaforme e palchi galleggianti. Nella parte meridionale del sito, l’Anfiteatro da 8mila persone. All’ingresso le serre e i campi coltivati degli Agro-ecosistemi rappresentano un percorso alla scoperta delle risorse della natura e ricostruiscono il processo attraverso cui l’essere umano riesce a comprenderla e a trasformarla. Altro elemento fondamentale le Aree Corporate di Sviluppo Tematico, dove sarà ospitato il mondo imprenditoriale: un’esposizione che vuole guardare al futuro e all'innovazione tecnologica non sarebbe efficace senza la partecipazione attiva delle grandi e piccole imprese che costituiscono il motore della ricerca e del progresso.
La Via d’Acqua-Parco Expo è un percorso che collegherà il Parco Agricolo Sud con il Parco delle Groane, darà continuità ai parchi della cintura ovest milanese, riqualificherà i Navigli e la Darsena, rilancerà il sistema delle cascine e diventerà una straordinaria risorsa per le attività del tempo libero. Con i milanesi che potranno raggiungere la fiera di Rho-Pero via acqua dalla Darsena. Per quel giorno finalmente riqualificata.
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