Ossezia, autobomba fa strage di russi

da Mosca

Un’esplosione nella Repubblica separatista georgiana dell’Ossezia del Sud ha ucciso ieri sette soldati russi. La deflagrazione, presumibilmente causata da un’autobomba, arriva a pochi giorni dalla data stabilita per il ritiro dell’esercito russo dalla zona, come vuole il piano mediato a fine agosto dal leader francese e presidente di turno dell’Unione europea, Nicolas Sarkozy.
Secondo quanto riferito alle agenzie di stampa di Mosca dal generale Marat Kulakhmetov, comandante delle forze di pace russe in Ossezia del Sud, alcuni soldati in pattuglia nella zona hanno fermato due veicoli con targa georgiana, a bordo quattro persone di cui non è stata resa nota la nazionalità, fucili e granate F1. I militari avrebbero quindi scortato le automobili alla base, a pochi chilometri dal capoluogo Tskhinvali, dove è avvenuta l’esplosione. Secondo fonti giornalistiche locali, la deflagrazione ha causato forte tensione tra la popolazione, intenta lentamente a ricostruire la cittadina teatro del conflitto di agosto tra Russia e Georgia. Secondo il New York Times, subito dopo il cessate il fuoco, non si sono fermati i camion di aiuti di Mosca, le squadre che ricostruiscono scuole e distribuiscono pane e giornali russi.
Per Eduard Kokoity, presidente della Repubblica separatista, dichiarata indipendente assieme all’Abkhazia da Mosca il 26 agosto (e riconosciuta finora soltanto dal Nicaragua, anche se secondo l’ambasciata somala in Russia, presto anche da Mogadiscio), si tratta di «un atto terroristico». Il politico accusa senza esitazioni Tbilisi. «Le ultime azioni dimostrano che la Georgia non ha rinunciato alla politica del terrorismo di Stato. Non abbiamo alcun dubbio che questi atti di terrorismo sono stati compiuti dai servizi segreti georgiani». Secondo Kokoity, Tbilisi «ostacola» l’implementazione «del piano Sarkozy-Medvedev», che prevede tra l’altro il completo ritiro delle forze russe da tutto il territorio georgiano entro il 10 ottobre. Tbilisi nega le accuse, attraverso il capo del Consiglio di Sicurezza, Kakha Lomoia: «La Georgia non ha il controllo su questo territorio, che i russi hanno occupato». Sempre ieri e sempre in Ossezia, un funzionario pubblico è rimasto illeso quando un ordigno esplosivo è detonato al passaggio della sua vettura.
Le tensioni montano proprio a pochi giorni dall’arrivo della missione di monitoraggio dell’Ue e dalle parole del presidente russo Dmitri Medvedev, che mercoledì ha assicurato il ritiro entro il 10, come previsto dal piano, delle truppe di Mosca dalla «zona di sicurezza».

Preoccupazioni arrivano però dagli Stati Uniti. Secondo il sottosegretario di Stato Daniel Fried, Mosca lascerà infatti la zona cuscinetto, ma non l’intero territorio georgiano, mantenendo in Abkhazia e Ossezia del Sud le proprie forze, non rispettando l’accordo.

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