Cronaca locale

Ossigeno alle piccole imprese: arrivano 350 milioni per i prestiti

Accordo in Assolombarda: l’accesso al credito finalmente più semplice In campo un fondo che sosterrà i finanziamenti e la sospensione delle rate

[TESTO]«Se non bastano 350 milioni di euro, ne metteremo di più». Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa San Paolo, firma l’accordo con le piccole imprese di Assolombarda ed è già pronto a rilanciare sui fondi messi sul piatto. L’intesa mette a disposizione delle piccole imprese della provincia di Milano un plafond di 350 milioni per favorire interventi specifici sulla liquidità e sulla patrimonializzazione delle imprese. A firmare con Passera, nella sede di Assolombarda in via Pantano, il presidente di Piccola industria di Confindustria, Giuseppe Morandini, il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, e il presidente Piccola Impresa di Assolombarda, Luigi Lucchetti. In platea un nutrito gruppo di imprenditori preoccupati per la crisi ma interessati a ripartire prima possibile.[/TESTO][TESTO] L’impegno è che i finanziamenti siano studiati in modo specifico per consentire alle imprese di gestire in forma flessibile il prestito. Tra le possibilità il rinvio della rata: in seguito alla moratoria su mutui e leasing chiesta dal governo, nei mesi scorsi sono state accordate 350 sospensioni di rate nel Milanese. [/TESTO] «Gran parte delle criticità delle imprese riguarda la ristrutturazione del debito» spiega Meomartini. E racconta quali sono le principali difficoltà degli associati (6.200 in Lombardia): «Ci chiedono di trattare un costo del denaro inferiore ma anche interventi di consulenza finanziaria, snellimento delle procedure burocratiche e maggiore identificazione degli interlocutori. La crisi ha colpito le imprese lombarde in un momento particolare, perché nel 2006-2007 l’economia della regione aveva ricominciato a correre». Morandini sottolinea il problema attuale delle imprese che accomuna Nord e Sud: «Ci sono pochi ordini in portafoglio e di conseguenza esiste un problema di cassa». Ma non mancano le ragioni di ottimismo: «Il mercato del futuro, finita la crisi, è la piccola impresa, che però deve uscire patrimonializzata». Morandini offre la sua ricetta a chi ha già messo tutte le risorse in azienda e magari ha già venduto la Bmw per fare cassa: «È indispensabile che le piccole imprese si mettano insieme. Cambiare scala rende minori i costi. Non lasciamo la selezione al mercato, altrimenti si rischia di chiudere per incapacità di mettersi insieme». Passera diffonde pensiero positivo sul futuro, ma sottolinea la criticità che arriva dagli intoppi burocratici continui perché «il problema del Paese è la lentezza decisionale a tutti i livelli». Un esempio per tutti, particolarmente caro agli imprenditori milanesi, sono le infrastrutture: «Per la BreBeMi i soldi sono lì da cinque anni, ma forse vedremo qualcosa solo l’anno prossimo...

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