Roma

Ostia, c’è il dramma della gelosia dietro il rogo del teatro Fara Nume

A un mese e mezzo dal rogo che ha distrutto il teatro Fara Nume di Ostia, la Procura di Roma iscrive nel registro degli indagati una coppia di giovani incensurati con l’accusa di incendio doloso in concorso. Lei, P.E., 22 anni maestra d’asilo e aspirante attrice, F.M., 20 anni, dipendente di un supermercato nella zona Lido centro il fidanzato. Una storia paradossale accaduta la notte del 6 dicembre scorso quando il custode del centro culturale Pasolini, in via Domenico Baffigo, si accorge che qualcuno sta appiccando il fuoco al palco e alla sala regia della struttura. Il tempo per mettere in salvo moglie e due figli e l’uomo, uno straniero in regola con il permesso di soggiorno, allerta vigili del fuoco e carabinieri. Quando arrivano i soccorsi, però, c’è poco da fare. In cenere, fra le altre cose, un pianoforte grancoda da 100mila euro. Già dalla mattina i militari puntano il dito sul giovane cassiere. Un precedente, del resto, balza subito agli occhi degli investigatori: pochi giorni prima il ragazzo aveva malmenato la fidanzata davanti ad altre persone. Motivo? Gelosia. Lui non voleva che lei frequentasse l’ambiente dello spettacolo. Tanto da minacciarla e picchiarla selvaggiamente. La maestra, nonostante lividi ed escoriazioni varie, non molla. A quel punto il folle gesto. Le indagini e, soprattutto, i rilievi del Ris rivelano, però, uno scenario sconcertante. Nonostante il tentativo di cancellare ogni traccia, difatti, i due lasciano decine di impronte. Interrogati, i sospetti svelano l’assurdo retroscena. «Quel giovedì sera abbiamo cenato assieme, poi siamo andati in un pub e lì dentro abbiamo litigato ancora». A quel punto lui chiede all’amata la dimostrazione di fedeltà: «Se non ti importa degli altri attori, aiutami a distruggere il teatro». «Ci hanno messo in ginocchio - dice Andrea Serafini, direttore della sala -, e non siamo nemmeno assicurati».

Immediata la gara di solidarietà e lo stanziamento di fondi speciali per la ricostruzione promessi dal presidente del XIII Municipio Paolo Orneli e dall’assessore capitolino alle Politiche culturali Silvio Di Francia.

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