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Ostia, in spiaggia con i «beach body guard»

Stefano Vladovich

Ladri di bambini, paparazzi indiscreti, borseggiatori e affini: a Ostia arrivano gli «sceriffi del mare». Un esercito ben addestrato da questa mattina vigila sul sonno, sulla privacy e soprattutto sulla sicurezza dei bagnanti. La notizia è curiosa: una convenzione fra i concessionari degli stabilimenti balneari e un istituto d’investigazioni private mette in campo, anzi in spiaggia, un gruppo ben assortito di «spioni» riconvertiti in «beach body guard». Un progetto pilota cui hanno aderito per il momento tre impianti di Castelfusano: Sporting Beach, Corallo e Peppino a Mare. Fra i compiti delle guardie in bermuda e maglietta, bloccare i ladruncoli che spesso si aggirano fra sdraio, cabine e ombrelloni; evitare che i bambini si allontanino dai genitori; tenere alla larga pedofili armati di telecamera o macchina fotografica; vegliare sulla riservatezza dei vip. E una volta tanto, anziché andare in caccia di prove sulle infedeltà coniugali, evitare scandali. L’ideatore è Claudio Di Napoli, fratello dell’ex campione italiano ed europeo di pugilato, da 14 anni responsabile della «Interagency detectives» di Roma. «Saremo gli angeli custodi per migliaia di vacanzieri - spiega Di Napoli - troppo spesso lasciati in balìa dei delinquenti che si aggirano sugli arenili. Faremo da raccordo con polizia e carabinieri allertandoli appena accade qualcosa». Ex maresciallo dell’Arma, Di Napoli ha creato la prima agenzia d’intelligence assieme a un suo amico poliziotto. Scorta personale del gioielliere Nicola Bulgari e dei suoi familiari, Di Napoli è uno dei consulenti preferiti da registi e produttori di fiction «in giallo». «Siamo spesso a Cinecittà per insegnare agli attori metodi e tattiche investigative - continua -, cerchiamo persone scomparse, controlliamo bambini e soprattutto teenagers di famiglie facoltose. Come? Con un microchip inserito su un braccio del soggetto». Un sistema ben collaudato negli Usa che consente a genitori ansiosi di verificare in ogni momento gli spostamenti dei figli più scapestrati o a rischio rapimento. Il segnale emesso dal trasmettitore viene monitorato costantemente attraverso la rete satellitare Gps. Ma è sul campo delle scappatelle extraconiugali che Di Napoli e compagni ne sanno una più del diavolo. «Una volta un imprenditore della capitale ci ha chiesto aiuto per dimostrare che la moglie aveva un altro - racconta Di Napoli -. Abbiamo seguito e filmato la donna ogni volta che incontrava il suo amante ma per il giudice le prove raccolte non erano sufficienti. Allora un nostro agente si è nascosto nell’armadio di una camera d’albergo, con la complicità del portiere di notte. Un forellino su un’anta e la microcamera digitale ha registrato tutto: divorzio concesso».

Lo 007 delle spiagge romane di storie da raccontare ne ha a centinaia e grazie al lavoro dei suoi sessanta ragazzi ogni giorno sventa decine di furti nei centri commerciali. «Gli autori? Persino preti e figli di magistrati», ammette.

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