Ostruzionismo: il governo mette la fiducia

RomaUna valanga di emendamenti al legittimo impedimento, ben 1.685, e l’annuncio di «un’opposizione intransigente,un ostruzionismo puntiglioso». Al Senato la maggioranza risponde con il voto di fiducia sul provvedimento che permette a Silvio Berlusconi di rinviare per massimo 18 mesi la partecipazione ai suoi processi, a causa di attività di governo.
Oggi pomeriggio a Palazzo Madama, dunque, dovrebbe arrivare il via libera al disegno di legge-ponte, in attesa del lodo Alfano in versione costituzionale. Sui due articoli che tolgono ai giudici ogni discrezionalità ci saranno altrettanti voti: il primo alle 17, l’altro alle 18, prima di quello finale fissato alle 19.
L’opposizione, dal Pd all’Idv, insorge e prepara la sollevazione popolare, con il «popolo viola» che già ieri ha organizzato un sit in davanti al tribunale di Milano. Ma il centrodestra risponde che il regolamento offre la possibilità del voto di fiducia, indispensabile in questo caso per superare l’impasse imposto dalla minoranza.
Ieri mattina il centrodestra si presenta compatto al Senato per contrastare il fiume di emendamenti dell’opposizione contingentando a 14 ore i tempi del dibattito sul ddl. L’ipotesi del voto di fiducia è già nel cassetto. Per cominciare, i senatori respingono a maggioranza le 5 pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni. È già chiaro che il centrosinistra vuole usare ogni arma per allungare al massimo i tempi di approvazione del ddl. «Legge ad personam», per il Pd, «incostituzionale» per l’Idv, mentre l’Udc (che pure aveva l’aveva sostenuto come «male minore» rispetto alle ricadute del ddl per il «processo breve»), annuncia l’astensione che in Senato equivale al voto contrario, perché le prerogative sono state allargate dal premier ai ministri.
Gli emendamenti si sommano: 1.585 del Pd, più 93 dell’Idv, più 7 dell’Udc... «Nessun dialogo», «opposizione durissima», «ostruzionismo» sono le parole d’ordine del centrosinistra. Il clima in Senato si arroventa anche per la contestazione al decreto legge «salva liste».
Il Pd va subito all’attacco. Protesta per i tempi contingentati. Chiede la correzione del verbale della seduta precedente, poi la verifica del numero legale, fa sospendere la seduta. Un gruppo di senatrici sfoggia una maglietta con la scritta del Vangelo «Etiam si omnes, ego non», tradotta dal latino: «Se anche tutti, io no». Altri gridano: «Buffoni!».
Ma il Pdl non molla. Vuole assicurare al premier lo scudo contro i suoi processi e vuole farlo subito. La Lega si tiene un po’ fuori dalle polemiche, ma appoggia l’uso dell’arma di riserva: il voto di fiducia, che stronca ogni velleità della minoranza.

All’annuncio, scoppiano boati dalle fila di Pd e Idv. Anna Finocchiaro pretende che oggi il premier venga in aula, Gaetano Quagliariello del Pdl accusa il Pd di «arroganza». Ultimi scontri come colpi di coda. Ma oggi si chiude.

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