Alessandro Repetto, lei che è presidente della Provincia di Genova del Pd ed ex parlamentare ulivista, si è trovato spesso al centro di scontri durissimi con Silvio Berlusconi, soprattutto in occasione del ballottaggio dello scorso anno. Questa volta, Berlusconi chiama in causa lei, insieme a tutti gli altri presidenti delle Province. Ci sta?
«Certo, che ci sto. Di fronte a eventi come un terremoto, non cè colore politico. Ma, persino al di là dellovvia solidarietà bipartisan con le popolazioni colpite dal sisma, lidea di Berlusconi mi sembra ottima anche perché riconosce la validità progettuale delle strutture provinciali che possono contare su tecnici di assoluto valore».
Per voi è una «prima volta»?
«Credo che lidea di Berlusconi sia giusta perché va al di là di gemellaggi, spesso abbastanza sterili o che restano sulla carta, ma dà un senso compiuto al nostro lavoro. In alcune circostanze, ci era capitato di dare una mano a Province amiche, come quella di Alessandria per lalluvione, ma quello era un rapporto diretto. Un discorso così organico, così complessivo e così coinvolgente per tutte le Province non era mai stato fatto. Quindi, non solo aderisco, ma aderisco con entusiasmo».
Cosa potrebbe fare in concreto, al di là delle belle parole, la Provincia di Genova?
«Io inizierei a dire cosa sta facendo. Nei giorni scorsi, mi sono immediatamente messo in contatto con la presidente della Provincia dellAquila Stefania Pezzopane e con le sue strutture per informarla che avremmo immediatamente inviato tre persone della Polizia provinciale con il nostro cane».
Un cane provinciale?
«Sì, è il cane che ci aiuta a cercare i dispersi nei boschi e nelle montagne dellentroterra che ci sembrava potesse essere utile anche fra le macerie».
Se potesse scegliere, quale progetto adotterebbe per la Provincia di Genova?
«Se potessi, penserei a qualcosa legato allUniversità e agli studenti abruzzesi. Credo che le eccellenze che abbiamo coltivato a Genova - penso in particolare al settore nautico e a quello progettuale - possano essere utili anche in Abruzzo».
Pare che Guido Bertolaso abbia qualche scetticismo nei confronti di un coinvolgimento così organico delle Province come quello ventilato dal presidente del Consiglio. Lei con chi sta?
«Ovviamente, con Berlusconi».
Detto da lei - uomo perbene, ma di un centrosinistra duro e puro - ovviamente mica tanto.
«Ovviamente, con Berlusconi, in questa circostanza perché penso che, anzi, un progetto del genere possa stimolare una sorta di positiva competizione fra le amministrazioni provinciali per lavorare prima e meglio degli altri. La trovo una grande idea, da questo punto di vista».
Berlusconi ha detto anche che le Province che non rispettano gli obiettivi prefissati rischiano di essere additate al pubblico ludibrio.
«Ha perfettamente ragione. Ma, conoscendo la professionalità dei nostri tecnici, so per certo che noi di Genova non corriamo questo rischio».
Cosa prova a essere, per una volta, superberlusconiano?
«A parte gli scherzi penso che, quando cè in ballo il bene dei cittadini, non ci sia colore che tenga. E con questo governo, ad esempio con il ministro Sacconi, abbiamo già lavorato bene sulle politiche del lavoro, in cui ha riconosciuto il ruolo di leadership delle Province. Contano i risultati, non le magliette».
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