Dopo otto anni il gol di Henry poi la Corea fa tremare la Francia

Tony Damascelli

Amaro mondiale, per la Francia. Pareggio beffardo, definito dai coreani nel finale, quasi una torta in faccia ai presuntuosi francesi che invece di ribadire il risultato si sono messi a gigioneggiare secondo repertorio. Due punti soli in classifica, la necessità assoluta di battere il Togo che verrà affrontato senza Abidal e Zidane, che salteranno per squalifica. Ma soprattutto sapendo che la Svizzera e la Corea del Sud potrebbero fare altro. Mondiale pieno di brutte cose per Domenech che ieri sera ha voluto confermare la propria arroganza, tenendo in panchina per novanta minuti Trezeguet e concedendogli soltanto il tempo del recupero concesso dall’arbitro Achundia. Titì Henry aveva restituto ai francesi il gusto del gol dopo otto anni e nove minuti. Così era incominciata un’altra partita per la Francia che tremava al solo pensiero di finire fuori, come era accaduto nel mondiale in Giappone e Corea, trattandosi tra l’altro proprio della Corea del Sud a rovinarle i sogni. Ma il gol di Henry, casuale, dopo un rimpallo tra Wiltord e il difensore asiatico Young Pyo, invece di spingere a mille il motore dei francesi, si è rivelato gas tossico. La Francia si è messa a giocare guardandosi allo specchio e di nuovo pensando di essere la più bella del reame. Le scelte di Domenech, quattro difensori ben piantati, un centrocampo di lavoratori assidui, Zidane a fare le veroniche lentissime dietro la sola vera punta Henry, ha dato pallidi risultati grazie all’innesto di Malouda, più reattivo e valido di Ribery e grazie anche alla miseria tecnica dei coreani che, preso il gol si sono addormentati nel nulla, quasi cloroformizzati dal ritmo sonnecchiante dei francesi.
C’è stato anche un altro gol fantasma (un altro dopo quello dell’argentino Ayala alla Costa d’Avorio). Un colpo di testa di Vieira, su corner di Zidane, ha superato la linea di porta e qui il portiere coreano, Won Jae, ha respinto goffamente mentre né l’arbitro messicano Achundia né il suo assistente di linea si sono accorti del fatto. La Fifa sta studiando variazioni regolamentari che risolvano la questione: tecnologia o un assistente supplementare, più prezioso e utile del quarto uomo che ha praticamente la funzione del bidello che porta il registro al docente.
La Francia ha ribadito il proprio dominio nel primo tempo con i soliti vizietti di un gioco ricamato, lezioso, secondo filosofia dell’ultimo Zidane che non potendosi più esprimere ai ritmi e ai livelli storici (il film girato su di lui da Gordon e Parreno Zidane un ritratto del XXI secolo è stato acquistato dal museo newyorkese Guggenheim per 200mila dollari) si limita a qualche colpo di pennello, d’artista, ma ormai già in pensione (direi in albergo a cinque stelle).
I francesi che mai avevano sofferto nel primo tempo, si sono imbolsiti consentendo la montata lattea dei coreani.

Radio Seul aveva annunciato che nella capitale, pur alle 4 di notte per questioni di fuso, erano almeno quattrocentomila le persone che avevano invaso le strade e i bar per assistere alla diretta della partita. Park, ala veloce del Manchester United, ha firmato l’1 a 1 quando mancavano 9 minuti alla fine. E la fine, forse, sta per arrivare anche per i francesi.

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