Otto casi a New York E Obama dichiara lo stato d’emergenza

Il nuovo pericolo sanitario mondiale si chiama influenza suina. Fa tremare le autorità sanitarie mondiali che scongiurano l’annuncio di pandemia mondiale da parte dell’Organizzazione Mondiale della sanità. E nuove morti sospette. Per il momento il bilancio si ferma a 81 vittime accertate dal 13 aprile a oggi. Sono tutte in Messico che conta anche 1.324 malati sotto osservazione. Nella capitale, una megalopoli con 20 milioni di abitanti, sono state chiuse le scuole e le università. Sospese anche le messe e le manifestazioni pubbliche. Spuntano anche gli sciacalli che lucrano sulla psicosi di massa. La polizia ha arrestato due persone per aver venduto mascherine sanitarie a prezzi maggiorati di 25 volte, mentre il governo ha stanziato 450 milioni di dollari per la sorveglianza dell’epidemia, le cure mediche, le medicine, la ricerca. Nel resto del mondo, però, c’è il fiato sospeso.
Soprattutto negli Stati Uniti, dove sono stati accertati 20 casi di febbre suina in California, Kansas, Texas, Ohio, New York. La paura tra la gente comincia a essere palpabile. È stato dichiarato lo stato d’emergenza e la direttrice del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie ha detto di aspettarsi che negli Stati Uniti «ci saranno dei morti». Il consigliere per la Sicurezza interna John Brennan ha precisato che tutte le persone che si presenteranno alla frontiera dai Paesi colpiti da virus saranno sottoposte a controlli. Il presidente Barack Obama sta seguendo l’evolversi della situazione e ha ordinato «una risposta efficace, energica e coordinata». È intervenuto anche il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs per calmare gli animi. «È importante che il pubblico capisca che stiamo assumendo le adeguate precauzioni per far fronte a qualsiasi cosa accada, non è il momento di farsi prendere dal panico». A New York, però, il sindaco Michael Bloomberg ha confermato la positività all’influenza suina per otto studenti di un liceo della città. Sono stati sottoposti a test anche un centinaio di allievi di un’altra scuola: alcuni di loro erano stati a Cancun due settimane fa.
Anche in Nuova Zelanda a essere colpiti sono stati i giovani: 22 liceali e tre insegnanti di ritorno dal Messico sono stati messi in quarantena. Una decina di loro presentano già i sintomi dell’influenza e sono in isolamento. Un ricovero anche in Israele un primo caso sospetto in Brasile.
I controlli su chi torna dal Messico sono scattati anche in ogni Paese dell’Unione europea. Ci sono quattro casi sospetti in Francia, tre in Spagna. A Bilbao, Almansa e a Valencia, tre turisti rientrati negli scorsi giorni sono stati ricoverati in centri medici con i sintomi simili a quelli dell’influenza suina. C’è stato un solo allarme, per fortuna falso, in Italia, a Roma. Di fatto, nell’Unione la situazione è tranquilla ma il sistema di controllo resta altissimo. «Nessun caso è stato segnalato nell’Ue», ha spiegato una portavoce della Commissione della Sanità ma i responsabili europei sono in contatto diretto con le autorità americane, con l’Oms e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
In Italia le autorità sanitarie consigliano di non andare in Messico, ma se proprio necessario e per motivi improrogabili, meglio evitare gli Stati di Sonora, Baja California, Stato del Messico e Oaxaca, dove si sono verificati casi di contagio.
Molti italiani hanno seguito alla lettera il consiglio. Ieri, circa 50 delle 130 persone registrate hanno rinunciato al volo che le avrebbe dovute portare a Cancun. Oggi la compagnia Aeromexico ha cancellato un volo per la capitale. Chi invece decide comunque di recarsi in Messico o in altre zone a rischio, dovrebbe seguire le raccomandazioni contenute in volantini consegnati negli aeroporti.

Inoltre, sul sito del ministero (www.ministerosalute.it) sono state pubblicate domande e risposte ai quesiti più frequenti sull’influenza suina e copie degli opuscoli informativi per i viaggiatori in entrata e in uscita dai Paesi colpiti.

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