Francesco Bisozzi
Non si può dire che giovedì la sorte abbia sorriso al sindaco Walter Veltroni. Proprio nel giorno in cui veniva presentato il sistema di monitoraggio dei tempi di percorrenza, entrato in funzione in alcuni tratti strategici della capitale, la circolazione è rimasta paralizzata in diverse aree della città per otto ore. Lingorgo più infernale si è verificato a Porta Maggiore. In quella zona il traffico è andato in tilt intorno alle 17 e fino a tarda sera la situazione non ha accennato a migliorare. Prese dassalto le corsie preferenziali, motociclette e scooter allarrembaggio dei marciapiedi. Il tutto condito da unorda di automobilisti isterici con la pazienza sotto la frizione e il clacson spianato. Scenari analoghi si sono visti anche sul Lungotevere, sul Muro Torto e in via Merulana. Colpa della pioggia, del numero esiguo di vigili urbani in servizio, delle auto presenti in strada che in virtù del giorno prefestivo erano molte più del solito. Oltre che di tutta una serie diniziative dedicate alla mobilità e messe in atto dallamministrazione comunale negli ultimi anni che per ora non sembrano aver sortito risultati degni di nota. Dal Car sharing al Mobility manager passando per i semafori intelligenti, non cè stato fino adesso nulla da fare. «Gli amministratori romani - denuncia il segretario dellAduc, lassociazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, Primo Mastrantoni - sono così impegnati a promuovere la loro immagine da non accorgersi di essere caduti in una caricatura assurda di se stessi. Il giorno in cui presentano il nuovo sistema di controllo del traffico che, grazie a telecamere e pannelli a messaggio variabile, dovrebbe rendere più agevoli gli spostamenti, un quarto della capitale si blocca a causa di un gigantesco ingorgo automobilistico. In questo modo si continua a mascherare la realtà con i fumogeni».
Sciogliere il nodo del traffico resta insomma una chimera. Anche perché i cittadini dimostrano di non abboccare alle politiche dincentivazione delluso del trasporto pubblico che mirano a scoraggiare il ricorso ai mezzi privati. Invece che moltiplicarsi gli utenti dellAtac continuano a diminuire: negli ultimi otto anni si è registrato un calo del 25 per cento. Così per provare a sbrogliare il problema si tenta luso delle nuove tecnologie, come nel caso del progetto Urban travel times, nellauspicio di riuscire a semplificare la vita delle persone in tempi brevi. Ma per risolvere la questione di tempo invece ce ne vuole parecchio.
Otto ore di caos mentre Veltroni presenta il piano contro il traffico
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