Roma

Otto settembre, polemica tra partigiani e granatieri

Anche quest'anno, la data dell’8 settembre è stata ricordata con una cerimonia a Porta San Paolo. A Roma, in particolare, l’armistizio non ebbe l’esito immediato e devastante del «tutti a casa» come in altre parti d'Italia e fuori dai confini nazionali. Nella Capitale, infatti, la Divisione Granatieri di Sardegna e i Lancieri di Montebello con il rinforzo di altri piccoli reparti del presidio, cercarono di contrastare le truppe germaniche con enorme sacrificio di sangue in varie zone periferiche della città come la Magliana, la Cecchignola, l’Eur allora E.42, forte Ostiense, la Montagnola e, da ultimo, vennero raggiunti dal «cessate il fuoco», mentre si trovavano nella zona di Porta San Paolo e delle Terme di Caracalla. I combattimenti durarono circa tre giorni e videro come protagonisti i soli militari in quanto, storicamente, a quella data, ancora non esistevano formazioni armate clandestine, quelle formazioni che, ogni anno, invece, vengono esaltate dai vari oratori che si avvicendano sul palco. Alla Montagnola, dove esiste una piazza intitolata ai Caduti, ossia ai Granatieri che vi si immolarono, primo fra tutti la M.O.V.M., ten. Luigi Perna, la ricorrenza viene celebrata il 10 settembre, data nella quale ebbero luogo i durissimi scontri con i paracadutisti tedeschi. Nella cerimonia organizzata dall’XI Municipio, erano presenti un picchetto dei Granatieri di Sardegna, una folta rappresentanza dell'Associazione Granatieri in congedo, il rappresentante del sindaco, molti esponenti del municipio e i rappresentanti delle associazioni partigiane. La rievocazione, fino a un certo punto, ha avuto toni equilibrati e aderenti alla verità storica. Poi ha preso la parola un anziano esponente partigiano che, dimenticando il contesto in cui era chiamato a parlare, si impegnava in un comizio del tutto fuori luogo lanciando, fra l’altro, pesanti accuse ai militari. A questo punto, il generale di C.A.

Mario Buscemi, presidente nazionale dell'associazione Granatieri, che poco prima aveva fatto un intervento molto applaudito per rievocare gli avvenimenti del 1943, stigmatizzava in maniera plateale le parole dell'oratore e si allontanava dalla riunione, insieme ad altri dirigenti del sodalizio, inutilmente sollecitato a restare dal presidente del municipio, Andrea Cartarci che cercava di scusarsi per quanto era avvenuto.

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