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P4, il Cav respinge le accuse: "Un'inchiesta basata sul nulla"

Berlusconi è pronto a mettere la mano sul fuoco per Gianni Letta. Tanto che l’inchiesta sulla cosiddetta P4 lo lascia "serenissimo". Tanto che assicura: "E' un’inchiesta sul nulla. Letta è un galantuomo, un servitore delle istituzioni". Poi rivela: "Andare in tribunale da imputato è una delle cose più tristi e umilianti che io abbia mai provato". Ma l'Anm cavalca l'inchiesta di Napoli e parte subito all'attacco: "E' una vicenda che inquieta, la questione morale è un tema importante"

P4, il Cav respinge le accuse: 
"Un'inchiesta basata sul nulla"

Roma - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è pronto a mettere la mano sul fuoco per Gianni Letta. Tanto che l’inchiesta sulla cosiddetta P4 lo lascia "serenissimo". "E' un’inchiesta sul nulla - assicura il Cavaliere - Letta è un galantuomo, un servitore delle istituzioni". Queste le parole del presidente del Consiglio, riferite da Michaela Biancofiore, che lo ha incontrato a Palazzo Grazioli. Anche la deputata del Pdl che è andato dal Cavaliere per parlare dei problemi interni al partito è pronta a "mettere le mani sul fuoco per Letta".

I continui attacchi della sinistra Dagli attacchi giudiziari al tritacarne mediatico. Berlusconi non nasconde il proprio rammarico per i continui attacchi di cui è stato oggetto negli ultimi anni. "Andare in tribunale da imputato - avrebbe detto il premier - è una delle cose più tristi e umilianti che io abbia mai provato". Il Cavaliere è intervenuto anche sulla pubblicazione di fotografie scattate senza il suo consenso a Villa Certosa dal solito Antonello Zappadu e pubblicate oggi dall'Espresso. Conversando con la Biancofiore, Berlusconi ha detto che non è possibile che l’invito di due persone amiche a casa sua sia scambiato per qualcosa di diverso dalla semplice ospitalità e che i suoi gesti, di amicizia e cordialità, vengano strumentalmente spacciati per qualcos’altro. In realtà, il presidente del Consiglio è soprattutto risentito per l’ennesima violazione della privacy.

Bertolaso9 smentisce e querela L’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso ha dato mandato ai suoi legali di avviare le azioni giudiziarie contro quei quotidiani - Repubblica in particolar modo - che sia ieri che oggi lo chiamano in causa come persona in qualche misura interessata nell’inchiesta P4. "Consapevole di deludere gli esperti di cronaca giudiziaria ed i grandi moralisti che con accanimento processano sulla carta stampata le persone per bene - dice Bertolaso - informo infatti che, sebbene sapessi chi fossero come ovvio alcuni degli indagati nella vicenda in questione, non ho mai conosciuto né il dottor Luigi Bisignani né l’onorevole Alfonso Papa e sfido chiunque a dimostrare il contrario con qualche intercettazione o altre prove certamente in possesso di chi si erge a giudice mediatico e che sarò davvero curioso di vedere". "E' inoltre ben noto alle autorità competenti - conclude Bertolaso - come non abbia mai avuto contatti con chicchessia per avere informazioni od altro sulle attività della magistratura avviate nei miei confronti".

L'Anm subito all'attacco Quello che emerge dall’inchiesta sulla presunta P4 "mostra una vicenda inquietante", bisogna intervenire al più presto perché "la magistratura ha bisogno di credibilità e discontinuità rispetto a fatti e comportamenti con i quali non vogliamo avere nulla a che fare". A margine del congresso della corrente di Unicost, il presidente dell’Anm Luca Palamara è tornato sugli sviluppi dell’inchiesta che ha coinvolto anche il magistrato oggi in aspettativa per mandato parlamentare Alfonso Papa. "Senza indugi e tentennamenti", ha detto ancora il leader del sindacato delle toghe, bisogna affrontare la questione morale, rispetto alla quale "non ci possono essere passi indietro". Il "parlamentino" dell’Anm si riunirà il 25 giugno prossimo, ma già ieri i vertici dell’associazione hanno fatto sapere che investiranno del caso il collegio dei probiviri, chiedendogli di valutare se Papa può continuare a far parte dell’Anm. "Aspettiamo la lettura delle carte - ha tenuto a precisare Palamara - poi faremo sentire sicuramente la nostra voce, ma bisogna attivare tutti i meccanismi previsti dal nostro codice etico. La questione morale è un tema molto sentito e importante.

Bisogna dare al Paese una magistratura credibile".

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