Roma - Ci sono inchieste in cui «un cittadino viene, in modo repentino, processato e condannato dai media, etichettato come un “mostro” e gettato in pasto all’opinione pubblica. Tutto ciò ancor prima della conclusione della istruttoria condotta dagli organi inquirenti e del processo, vero e proprio», che magari si conclude «con l'assoluzione» e quindi con la beffa più tremenda. Una professione di garantismo a firma di Henry John Woodcock, il pm dei vip, nella prefazione al libro (Il mostro innocente) di una giornalista amica con cui è stato più volte paparazzato, Federica Sciarelli, già Telekabul e conduttrice di Chi l'ha visto? su Rai3. «Solo un'amicizia» quella tra Woody e la bella Federica (prediletta di Cossiga e ammiratissima da Tinto Brass), spiegò Woody al cronista di Di Più, settimanale di gossip, curioso delle faccende private di quel magistrato dal cognome esotico, amante del sigaro, del jogging e delle Harley-Davidson. Ecco, forse la Sciarelli è uno dei nomi della PW, la rete (solo amicizia e qualche chiacchiera) di Woodcock, pubblico ministero dalla grande fantasia investigativa, con già tre famosi brevetti all’attivo: il Savoiagate, Vallettopoli e la P4.
Ai giornali patinati raccontò che furono altri giornalisti amici ad introdurlo alla Sciarelli, i fratelli Ruotolo. Il primo, Sandro, è lo storico braccio destro di Santoro ad Annozero (che si è occupato spesso delle inchieste di Potenza), l’altro, Guido, è cronista di giudiziaria alla Stampa (che per il quotidiano Fiat segue proprio l’inchiesta sulla P4). Anche loro esponenti della Pw, la rete (per carità, solo di amicizie e chiacchiere) di HJW? «Io e Federica Sciarelli ci siamo conosciuti grazie ad amici comuni, tra i quali i fratelli Sandro e Guido Ruotolo. La mamma dei Ruotolo e mia mamma erano grandi amiche», raccontò Woodcock ai cronisti rosa, per spiegare l’origine della sua amicizia con la conduttrice. Un colpo di fulmine, professionale ed intellettuale, che sbocciò all’epoca dell’inchiesta su Vittorio Emanuele di Savoia, schiaffato in carcere per sette giorni come presunto capo di una cupola malavitosa, poi assolto «perché il fatto non sussiste».
La Sciarelli si presentò in redazione, a Chi l’ha visto, coi faldoni dell’inchiesta e un’entusiasmo a fior di pelle: «Aho ma quant’è fico Woodcock, non paga il biglietto della metropolitana, lui scavarca!» fece davanti ai colleghi, dopo un incontro a Roma col pm. Da lì Chi l’ha visto si occupò più volte dell’inchiesta su Vittorio Emanuele, che pure non era scomparso ma ben sorvegliato agli arresti domiciliari. Il 19 giugno 2006 le agenzie rilanciano l’intervista fatta dalla Sciarelli a Chi l’ha visto al gip di Potenza Alberto Iannuzzi, che assicura: «L’inchiesta su Savoia non è una bolla di sapone». Poi la Sciarelli ci torna la puntata successiva, il 26 giugno, con un’intervista al presidente dell’associazione antiusura sulle indagini relative al Casinò di Campione e sul sindaco Salmoiraghi, accusato insieme al principe.
Un’amicizia ispiratrice, forse anche troppo secondo Felicia Genovese, pm di Potenza e arcinemica di Woodcook, che produsse una relazione sulle possibili connessioni tra le inchieste della Sciarelli su Rai3, le indagini di Woodcock e quelle di un pm amico, Luigi De Magistris, un altro elemento della PW. La pm racconta tra l’altro un episodio, «nel corridoio davanti alla stanza del dott. Woodcock, quest'ultimo in compagnia del dott. De Magistris. Di fronte al mio sguardo sorpreso, il collega Woodcock si è premurato di rivolgere agli addetti alla Sua Segreteria la richiesta di alcuni atti per il dott. De Magistris, il quale è rimasto in silenzio, limitandosi a rispondere al saluto». E poi che «nelle trasmissioni condotte dalla Sciarelli nei mesi scorsi (...) si ritrova il riferimento al dott. De Magistris come magistrato catanzarese che si occupa di note vicende di cronaca verificatesi in Basilicata...». Una connection solo a parole, chiarì Woodcock: «Mai nel corso della mia frequentazione con la giornalista Sciarelli, ho rivelato notizie sulle mie indagini». Solo di colleganza anche i rapporti con De Magistris. Chi ha seguito quelle inchieste racconta però che «De Magistris si arrabbiava quando lo paragonavano a Woodcock», e che in privato abbia manifestato più d’una perplessità sui talenti investigativi del collega.
Un trait d’union tra i due pm è Gioacchino Genchi (che è anche vicino all’Idv di Di Pietro e De Magistris, ospite del congresso nel 2010 a Roma, e ospiti spesso di Santoro e Ruotolo, amici di...), consulente informatico di molte Procure, che inseriamo nella PW per un’intervista ad Antimafiaduemila dove racconta di «una riunione operativa alla quale hanno partecipato Woodcock, un ufficiale di polizia giudiziaria di Woodcock, il dottor De Magistris» e infine un consulente finanziario. Una riunione «che atteneva ad altri ambiti di collegamento investigativo con le indagini di Woodcock sulla massoneria in particolare».
Collaboratore di Woodcock in diverse inchieste è il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, alias «Capitano Ultimo», capo del Noe (quello che ha perquisito il Giornale per la vicenda Marcegaglia, altra inchiesta Woodcock...). E chi l’ha anche visto De Caprio? La Sciarelli, che l’ha intervistato nel suo programma il 6 novembre 2009.
Nella comitiva di amici che si telefonano, si chiedono e scambiano informazioni (solo innocue chiacchiere) compare anche Riaccardo Iacona (collega di Santoro, Ruotolo, amici di...), che sembra particolarmente ansioso di avere notizie in anteprima, anche riservate. E De Magistris lo riferisce in una audizione per una presunta fuga di notizie: «Mi chiede, Iacona, (...
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